L'ayatollah Alì Khamenei, Guida Suprema dell'Iran (Reuters).
Gli iraniani hanno da poco festeggiato il loro capodanno, Nowruz, e l'ayatollah Alì Khamenei, la Guida Suprema, ha pronunciato in Tv un discorso alla nazione che, come ogni anno, è augurale e politico insieme. Anche per il Nowruz 2014 la tradizione è stata rispettata, questa volta soprattutto per l'aspetto politico.
Parlando da Mashad, sua città natale, l'ayatollah Khamenei, 74 anni, ha ammonito gli iraniani: una nazione debole, che non è orgogliosa della propria cultura e della propria storia, sarà comunque oppressa dalle altre nazioni. Quindi non bisogna sperare ciecamente nel fatto che l'Occidente prima o poi ritiri le sanzioni. "L'Occidente", ha detto Khamenei, "rispetta e fa rispettare le "linee rosse" che traccia. In molti Paesi, avere un'opinione sull'Olocausto ed esprimerla, o peggio ancora avere dubbi sull'Olocausto, è uno dei peccati più grandi per gli occidentali. Cercano in ogni modo di impedirlo, che ha dubbi viene arrestato e processato".
Inutile dire che le frasi di Khamenei, che è Guida Suprema dell'Iran dal 1989, hanno destato l'indignazione delle organizzazioni ebraiche e non solo. Quella parte del discorso, del tutto fuori contesto rispetto all'occasione, fa però pensare che l'ayatollah volesse lanciare un messaggio interno più che esterno. E non si può non ricordare che nell'autunno scorso il presidente Hassan Rohani, con una mossa senza precedenti, aveva approfittato del capodanno ebraico, Rosh Hashana, per fare pubblicamente gli auguri agli ebrei che vivono in Iran e agli ebrei di tutto il mondo, subito imitato dal ministro degli Esteri Javad Zarif, suo fedelissimo. Lo stesso Zarif, qualche settimana fa, parlando alla Tv tedesca, aveva riconosciuto che l'Olocausto era stato "una tragedia orribile" che "non dovrà mai più ripetersi".
La clamorosa disparità di vedute tra Khamenei e Rohani dimostra che la politica di apertura e di trattativa con l'Occidente perseguita dal Presidente non è del tutto condivisa dalla Guida Suprema e che in Iran è aperto, ai massimi livelli, un dibattito politico e di potere importante. Bisognerà vedere gli sviluppi. Ma Khamenei ha evidentemente sentito la necessità di ribadire la "linea rossa" sull'Olocausto, il che forse vuol dire che l'azione di Rohani sta facendosi preoccupante anche per i massimi custodi dell'ortodossia post-khomeinista.