Il ministro Yair Lapid (Reuters).
Su questo tema si era molto impegnato Yair Lapid, ex giornalista Tv, ora ministro delle Finanze nonché leader del partito Yesh Atid. E il 20 febbraio la Knesset, il Parlamento di Israele, ha finalmente approvato la legge detta “condivisione del peso”, proprio perché diretta a “spalmare” in modo più equo e su tutta la popolazione le diverse fatiche, a partire dal servizio militare. Durante la campagna elettorale, Lapid aveva promesso che sarebbe stato chiamato alla leva ogni diciottenne maschio. E dopo il 20 febbraio, le diverse organizzazioni e partiti che rappresentano gli ebrei ultraortodossi hanno gridato allo scandalo e alla persecuzione.
In realtà, molti sospettano che si tratti di un gioco delle parti. Gli ultraortodossi avevano molto combattuto per portare a casa due risultati: l’innalzamento dell’età fino alla quale gli studenti delle scuole religiose possono rinviare il servizio militare; e un arruolamento non universale ma regolato da ben precise quote. Hanno ottenuto l’una e l’altra cosa. Gli studenti ultraortodossi potranno rinviare la leva fino all’età di 26 anni, e l’arruolamento procederà per quote stabilite di leva in leva dal Governo.
Qualcuno ha già fatto i conti. Nel 2017 (primo anno di applicazione della legge) saranno arruolati 5.200 ragazzi ultraortodossi. Sembra un gran risultato, circa il 70%, visto che i “coscritti” sarebbero poco più di 8 mila per quella singola leva. Nel frattempo, però, si è accumulato un serbatoio di giovani ultraortodossi in età di leva di diverse decine di migliaia di individui, il che fa scendere la percentuale dei “chiamati” a un ridicolo 7%.
Così Lapid può cantare vittoria. La legge è stata approvata e l’opinione pubblica può pensare che a una maggiore “condivisione del peso” si sia in effetti arrivati. E agli ultraortodossi sta benissimo lamentarsi come se fossero stati sconfitti: ci sono voluti molti anni per arrivare a questa legge, figuriamoci se in tempi brevi si potrà arrivare a una legge più severa.
(2.fine)