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lunedì 21 aprile 2025
 

Italia-Egitto, la prima diretta del calcio

Il commisario tecnico della Nazionale Lajos Czeizler, tra Giampiero Boniperti e Amleto Frignani.
Il commisario tecnico della Nazionale Lajos Czeizler, tra Giampiero Boniperti e Amleto Frignani.

All’inizio del 1954, uno dei problemi dei dirigenti della neonata televisione italiana è quello di convincere gli italiani a comprare un apparecchio Tv. Le trasmissioni ufficiali sono nate il 3 gennaio di quell’anno e nei giorni successivi i programmi si succedono tra la curiosità dei favorevoli (molti) e le perplessità dei teorizzatori (pochi) di un nuovo modello di “malcostume sociale”. I molti, peraltro, a parole mostrano entusiasmo ma dalle tasche non estraggono, spesso non potendo, i denari sufficienti per un acquisto che varia da 160.000 a 1.300.000 lire, a seconda della grandezza dell’apparecchio.

Il reddito medio annuale è di circa 258.000 lire; facile pensare, dunque, a quanti sospiri e sogni rimarranno nel cassetto mentre gli apparecchi censiti sono circa 16.000. L’inizio non sembra dei più promettenti. Ma alla fine di quel 1954 saranno venduti 160.000 apparecchi e la televisione diverrà l’amica stabile delle case degli italiani. A contribuire in modo notevole verso la spinta all’acquisto c’è anche lo sport.

Il 24 gennaio 1954 è una domenica che per il mondo dello sport in Tv fa da spartiacque col passato. Quel giorno, la televisione trasmette la sua prima partita di calcio in diretta, ed è una partita della Nazionale, Italia-Egitto. L’Italia del calcio non è più quella trionfante negli anni Trenta e neanche quella del dopoguerra, composta in prevalenza da elementi del Grande Torino. È un periodo di crisi per il football e la Nazionale fatica a tornare alla ribalta. Per qualificarsi ai Mondiali del 1954, l’Italia deve affrontare e battere il modesto Egitto. Una pura formalità, pensano i più.

Alla guida degli Azzurri c’è una commissione tecnica formata da un ex campione del mondo, Angelo Schiavio, e dall’ungherese Lajos Czeizler, tecnico che ama il gioco d’attacco e che nel 1949 aveva portato al Milan tre svedesi destinati a trionfare, Gunnar Nordahl, Gunnar Gren e Niels Liedholm. Vinto lo scudetto nel 1951, Czeizler diventa il secondo Ct straniero della storia della Nazionale nel 1953, quarant’anni dopo Harry Goodley. Czeizler sceglie i giocatori e Schiavio fa da tramite tra l’ungherese e l’allenatore, che è Silvio Piola. Insomma, il doppio impegno con l’Egitto dovrebbe facilmente portare la squadra al mondiale che si svolgerà in Svizzera.

Ma la partita d’andata, al Cairo, la prima per la commissione Czeizler-Schiavio-Piola, non è quella passeggiata che si credeva. Gli azzurri vincono 2-1 dopo essere stati in svantaggio nel primo tempo. E solo a undici minuti dalla fine un gol dell’ala destra Muccinelli consente alla Nazionale di avere la meglio sulla squadra africana. Improvvisamente pessimisti, i dirigenti della Federcalcio decidono che la partita di ritorno debba essere giocata a Milano, in pieno gennaio, sperando nell’aiuto del meteo... Nel frattempo, la critica pallonara nostrana si fa largo a modo suo.

Czeizler, amante del bel gioco, decide, infatti, di puntare sul blocco difensivo della Fiorentina, squadra giovane e con ambizioni di modernità. Così, da Milano e Torino i giornali tuonano sull’ungherese, accusandolo di non saper scegliere i migliori. I quali, ovviamente, sarebbero tutti del Milan, dell’Inter e della Juventus. Czeizler non cede e all’appuntamento del 24 gennaio ci va con le sue idee. Il blocco della difesa viola è composto da Costagliola in porta, Magnini e Cervato terzini, Chiappella, Rosetta e Segato in mediana. Il maltempo aiuta la squadra: neve e gelo totale con i poveri egiziani intirizziti, capaci più di scivolare sul terreno che di giocare la palla.

Con poco onore, l’Italia “trionfa” per 5-1, ma dopo un primo tempo finito sull’1-1 che lasciava presagire ulteriori delusioni. Eppure, è proprio questa la partita che inaugura il connubio tra calcio e televisione. È la prima volta che un’intera partita viene trasmessa dalla Tv. Ma, attenzione: sono i primi vagiti della Rai e ancora non c’è un accordo, nero su bianco, con la Federcalcio. Così, per evitare polemiche o, peggio ancora, il ricorso alle carte bollate, la Tv manda in onda una diretta parziale, solo per alcune fasi dell’incontro.

E lo fa con ben tre telecronisti che si alternano nel racconto: Carlo Bacarelli, Vittorio Veltroni e Nicolò Carosio, destinato a diventare la voce ufficiale del calcio nazionale e della squadra azzurra per più di un decennio, dopo essere stato il cantore sportivo della radio nel periodo fascista.


25 gennaio 2014

 
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