Nonostante gli italiani non abbiano ancora rinunciato al contante - e nonostante, come ha annunciato il premier Renzi, nella legge di stabilità per il 2016 sarà inserita una norma che innalza il limite a tremila euro per i pagamenti cash - nel nostro Paese assistiamo a un fenomeno interessante e in rapida crescita: lo smartphone sta via via facendo dimenticare l'uso dei contanti. I pagamenti e acquisti via cellulare, i cosiddetti mobile payments, "da remoto", attraverso le app del proprio smartphone vale circa 2 miliardi di euro nel 2014 e si prevede che varrà tra 4 e 5 miliardi di euro nel 2017. Qualche esempio: sono 3 milioni i biglietti dei mezzi pubblici acquistati via smartphone (a Milano si acquistano i biglietti sulla app dell'Atm e poi si passa comodamente il codice a barre che compare sul display del telefono sulla fotocellula ai tornelli ed è esattamente come avere il biglietto di carta), due milioni i servizi di car-sharing e un milione le ore di sosta.
I dati sono dell'Osservatorio Mobile Paymente del Politecnico di Milano, e testimoniano il ruolo trainante giocato dal "mobile" nella diffusione dei pagamenti elettronici. Pagamenti che sono ormai un universo assai variegato e comprendono: eCommerce; ePayment, ovvero il pagamento da PC di ricariche e bollette; Mobile Commerce, acquisto di beni e servizi o contenuti cellulare via smartphone tramite App o Mobile site; Mobile POS e Contactless Payment, che rappresentano i pagamenti mediante carta contactless; per finire con il Mobile Payment "in remoto" (cioè per pagare ricariche telefoniche, parcheggi, mezzi pubblici, multe o strisce blu via smartphone) oppure "in prossimità", e qui si attendono sviluppi enormi con l'arrivo anche in Italia delle soluzioni "Sim-based" e dei servizi come Apple Pay.
Un'evoluzione del mobile payment è il cosiddetto "send money", cioè la possibilità di mandare e ricevere del denaro, cioè di trasferire soldi dal proprio conto corrente a un altro conto corrente attraverso lo smartphone. Questa strada era stata aperta in modo massiccio da PayPal, una società che offre servizi di pagamento digitale e di trasferimento di denaro tramite Internet (sino a poco tempo fa un'emanazione di eBay). Con questo sistema, tuttavia, si può solo trasferire denaro da un saldo PayPal a un altro saldo PayPal, dove si accumula un gruzzolo digitale che può poi venire speso in pagamenti digitali. Oggi il "send money" si è evoluto ulteriormente, ed è possibile trasferire, con il proprio cellulare, delle somme direttamente sul conto corrente del nostro beneficiario.
L'azienda SIA, per esempio, è leader europeo nella progettazione, realizzazione e gestione di infrastrutture e servizi tecnologici dedicati alle Istituzioni Finanziarie, Banche Centrali, Imprese e Pubbliche Amministrazioni, ha lanciato un innovativo servizio per pagamenti, Jiffy, che tramite un app consente di inviare e ricevere denaro in tempo reale dallo smartphone ai propri contatti. Jiffy in inglese significa “attimo”, ed è l’unità di misura che corrisponde al tempo impiegato dalla luce per percorrere un centimetro. Ma è anche, l'attimo, il tempo che ci vuole per inviare del denaro a un beneficiario identificato dal numero di telefono. La disponibilità dei fondi, infatti, è immediata: l'addebito e l'accredito avvengono direttamente sul conto corrente tramite una sorta di bonifico in tempo reale, eseguito tramite l’home banking in assoluta sicurezza.
Jiffy, insomma, è come un whatsapp dei pagamenti digitali. Attualmente è già a disposizione dei correntisti delle più importanti banche italiane, tra le quali BNL, Cariparma, Carispezia, Friuladria, Gruppo Carige, Hello bank!, Intesa Sanpaolo, UBI Banca, UniCredit, Widiba e prossimamente dei clienti di Banca Mediolanum, Banca Popolare di Milano, Banca Popolare di Sondrio, Banca Popolare di Vicenza, Che Banca!, Gruppo Poste Italiane e Monte dei Paschi di Siena. In pratica, ogni banca sceglie di personalizzare il sistema Jiffy in maniera differente. Qualche esempio: Send Money è il nome del servizio Jiffy che ha scelto Unicredit; quello di Ubibanca si chiama Ubipay; mentre Intesa San Paolo lo ha chiamato Jiffy Pay. E' disponibile per smartphone con sistema operativo Android, iOS, Windows Phone e si caratterizza per la velocità e la facilità d’uso. Il nuovo sistema di pagamento digitale sviluppato da SIA può infatti essere utilizzato nelle situazioni più diverse: per restituire la nostra quota all’amico che ha saldato il conto del ristorante, contribuire alla raccolta di fondi per un regalo, inviare soldi ad un parente o a chi studia lontano da casa, dare la "paghetta" ai figli, eccetera.
Ma come funziona esattamente il servizio? Occorre essere titolari di un conto corrente in una delle banche che aderiscono. Ci si registra attraverso il portale di home banking del proprio istituto fornendo il numero del cellulare da utilizzare per inviare/ricevere denaro. Il sistema associa il codice IBAN del proprio conto al numero di telefono. A questo punto si scarica l’app di Jiffy, che come abbiamo visto può avere nomi diversi a seconda della banca. Si digitano le credenziali per entrare nel sistema ed il funzionamento è proprio come con WhatsApp: dopo aver visualizzato la rubrica personale dello smartphone (dove gli utenti già abilitati al servizio sono contraddistinti da una specifica icona), si seleziona il destinatario, si inserisce l’importo, un eventuale messaggio di testo e cliccando si completa l’operazione di invio.
Per ora, quindi, Jiffy lavora, come si dice in gergo, P2P, cioè Person to Person, per trasferire denaro da persona a persona. Ma si tratta di un servizio in rapida evoluzione ed entro la fine dell’anno sarà disponibile anche il "P2B", cioè Person to Businness, sarà quindi possibile anche pagare il ristorante, fare la spesa, andare al cinema, acquistare in un grande magazzino. Nel frattempo, Jiffy si apre alle donazioni non profit via app. E l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) è la prima a rendere disponibile questa nuova modalità di donazione per sostenere le iniziative dei "Giorni della Ricerca". Un grande vantaggio per l'Airc, che potrà disporre in tempo reale dei fondi avendo la disponibilità e la rendicontazione immediata delle somme versate. E anche qui il funzionamento è semplicissimo: per fare una donazione occorre essere titolari di un conto corrente in una banca aderente a Jiffy. Dopo aver scaricato la app dal sito del proprio istituto di credito, il donatore deve solo registrare nella rubrica del proprio smartphone il numero di telefono AIRC (380.8673811) e, all’interno della app, selezionarlo, inserire l’importo e completare l’operazione di invio con un semplice click.
Jiffy sarà attivo a breve anche per altre organizzazioni non profit e potrà essere utilizzato in tutte quelle occasioni in cui c’è necessità di raccogliere velocemente fondi: ad esempio nel caso di catastrofi ambientali o emergenze sanitarie. Ovviamente, questo uso particolare del servizio di Jiffy è in linea con le normative in tema di erogazioni liberali, consentendo così al donatore di beneficiare della detraibilità fiscale allegando alla dichiarazione dei redditi i documenti necessari (ricevuta da parte dell’ente benefico e il proprio estratto conto).