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giovedì 15 maggio 2025
 

L'aborto e i cattolici da salotto

Ho ascoltato il suo intervento in Tv al programma Sottovoce e, dato che lei ha auspicato che resti nell’ascoltatore almeno un’idea, mi permetto di condividere questa mia riflessione. Nell’intervista si è parlato di violenza sulle donne, ma non una parola è stata detta sul massacro di bambine inermi nel ventre della loro madre con l’abominevole crimine dell’aborto. Si è parlato di varie forme di discriminazione, ma non della peggiore, quella che per ragione del loro sesso o del loro colore porta all’uccisione di milioni di bambini e bambine, vittime dell’orribile vergogna dell’aborto, che chiedono giustizia davanti a Dio. Si è parlato di povertà, ma non della forma più estrema di povertà, quella dei bambini nel ventre della loro madre che dipendono interamente dagli adulti, non per avere un po’ più di beni, ma per preservare il bene della vita ricevuto da Dio. È proprio così: siamo “cattolici da salotto”, pronti a dare ascolto e comprensione a ogni tipo di farneticazione e incitamento al peccato, ma non al silenzio dei bambini trucidati nel ventre delle loro madri. Che Dio abbia pietà della nostra ricerca del quieto vivere, che ci porta a nascondere le vere priorità di ogni tempo. A maggior ragione del nostro, moralmente, povero tempo.

Maurizio R.

Non posso che condividere, pienamente, quanto scrivi, caro Maurizio, a proposito dell’aborto. Ma come ha detto papa Francesco, in un’intervista, a chi lo rimproverava di non aver parlato di aborto, “quando se ne parla, bisogna farlo in un contesto ben preciso”. Come è stato, per esempio, l’incontro con i medici cattolici, dove il Papa ha ricordato che «il primo diritto di una persona è la sua vita» e che «ogni bambino non nato, ma condannato ingiustamente a essere abortito, ha il volto di Gesù Cristo ». Su questi temi il Papa non cambia la dottrina, che è chiara, «sono un figlio della Chiesa», ha detto. Ma alla Chiesa chiede anche di «cambiare atteggiamento», «chinarsi sui feriti», avere «misericordia» ed essere vicina a una donna che ha abortito. Prima vengono la fede e l’annuncio del Vangelo. La Chiesa è come «un ospedale da campo dopo una battaglia». Il resto, morale compresa, ne consegue.


26 settembre 2013

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