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sabato 17 maggio 2025
 

L'obbligo di visitare gli ammalati

Caro don Antonio, in merito alla lettera di Mariangela “Il peso delle croci”, (FC n. 25/2013) volevo dire che condivido la sua solitudine e la sua delusione verso la comunità cristiana che la lascia sola. Anch’io vivo questa esperienza. Eppure, da almeno trent’anni offro un servizio alla parrocchia, ma nessuno viene a trovarmi a casa. Vivo con un fratello e una sorella disabili gravi, entrambi in carrozzina (ho perso la mamma da pochi mesi). Non sono d’accordo con lei, don Antonio, quando, rispondendo a Mariangela, dice che «nella Chiesa ci sono anche tanti cirenei che si fanno carico delle croci altrui». Nelle famiglie in cui ci sono persone con gravi problemi di salute non entrano i cirenei, anche se noi lasciamo le porte spalancate. Siamo soli. La mia parrocchia promuove tante belle iniziative per le famiglie e i bambini, è una comunità vivace. Ma per anziani e disabili non si fa nulla. A Mariangela dico di non mollare, il Signore ci darà la forza di portare la nostra croce. Oggi, ho un po’ di speranza in più. Papa Francesco saprà scuotere i cristiani troppo comodi.

Luciana S. - Padova

Può capitare che anche nelle parrocchie più organizzate e vivaci si possano trascurare molti dolori e sofferenze che restano chiusi tra le mura domestiche. So, però, che tanti sacerdoti e vescovi non trascurano mai di visitare malati e anziani, confortando i familiari che li assistono. Così come papa Francesco, in ogni udienza pubblica, ci dà un meraviglioso esempio di amorevole attenzione verso i più piccoli e i disabili. Non manca mai a questo appuntamento, che egli considera la sua “via per il cielo”. “Visitare gli ammalati” è un obbligo per ogni cristiano.


08 luglio 2013

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