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sabato 14 giugno 2025
 
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Forza Italia e la forza di Mariarosaria

Mentre in Forza Italia si consuma il lungo addio di Sandro Bondi, il poeta forzista (di impronta sempre più decadente) dato in partenza verso il refugium berlusconorum del Nuovo Centrodestra, ecco rifulgere in questa Gotterdammerung arcoriana la stella mattutina di Mariarosaria Rossi, che ha preso il suo posto come amministratore del partito. Rossi la fedelissima, esponente del cerchio magico berlusconiano e “compagna di aperitivo”  di Francesca Pascale. Rossi ombra del Cavaliere, l’estensione operativa del Capo, simpaticamente soprannominata da dagospia "la badante".

Pochi istanti dopo la decisione del Cav, il suo turibolante cerchio mediatico ci dà dentro con l'incenso. “Smista lei, decide lei. Non c’è maggiorente della vecchia guardia che non si senta trasalire nello scorgere lei, sempre in agguato, tra le stanze di casa Berlusconi-Pascale”, scrive il siculo Pietrangelo Buttafuoco, inventore del giornalismo femminologico nonché vate alato del berlusconismo. Sul “Foglio” di Giuliano Ferrara, innalza la "fimmina" berlusconiana su un piedistallo barocco, infiocchettando più elogi dell’uvetta passolina nella pasta chi sarde. È Mariarosaria che “briffa” qualunque tentativo di contatto con l’ex Cavaliere . “Tale e quale Rasputin, e però con sagacia di femmina, Mariarosaria sovrintende i giorni, le notti e le opere del presidente”.

Da parte nostra ci limiteremo a gettare un po' d'acqua sul buttafuoco, aggiungendo qualche altro pinolo biografico, giusto per insaporire il piatto. Diploma di ragioneria, 42 anni portati benissimo
(ne dimostra dieci di meno) Mariarosaria ha scalato i ranghi del Pdl e poi della rediviva creatura berlusconiana con molta grinta, divenendo deputata e poi senatrice. Le intercettazioni telefoniche hanno rivelato anche la sua abituale partecipazione alle cene bunga bunga del Cavaliere, le famigerate “cene eleganti”. Sulla questione ha dichiarato “E’ reato rilassarsi un po’”? Alla fine di novembre 2013 occupava la quarta posizione tra i senatori meno presenti al Senato con il 93,73% delle assenze. Del resto mica si possono servire due padroni. O il Senato o il presidente, tertium non datur. Per tutti, anche per “quel piccolo mago che smista e decide”, come annota il femminologo fosforescente, arriva l’ora fatale delle scelte.


22 maggio 2014

 
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