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sabato 15 marzo 2025
 

La Chiesa non ci ha ascoltati

In questo momento della mia vita, ho perso la bussola che mi conduce a Dio. Ma la mia “fame” di Cristo si fa sempre più acuta. Nonostante abbia avuto una buona educazione familiare e frequentato una scuola religiosa, la mia fede è sempre stata superficiale. Diciassette anni fa, sono rimasta sconvolta dalla perdita del mio unico fratello, che amavo tantissimo. In parrocchia avevo trovato conforto in un giovane parroco, che era diventato una guida non solo per me ma per tutto il quartiere della parrocchia. Col suo entusiasmo, la sua vitalità e il suo amore per Cristo, era riuscito a creare ciò che nessuno, in quarant’anni, aveva mai saputo fare. Poi, all’improvviso, ci è stato strappato e trasferito in un’altra parrocchia. «Per volere di Dio», ci è stato detto. Abbiamo sofferto. E anche lottato per trattenerlo, ma la Chiesa è rimasta sorda ai nostri appelli. Ora, mi ritrovo persa. E come me tanti altri. So che bisogna guardare a Dio e non all’uomo. Sbaglio se mi ritrovo a rimpiangerlo? 

                                                                                                                          Maddalena

La vita, anche quella della parrocchia, porta spesso a cambiamenti e a distacchi, talora dolorosi. Ma vivere di rimpianti o risentimenti, non aiuta a crescere e star bene. Un parroco mette in conto che il suo vescovo possa chiedergli di cambiare sede o di svolgere un altro servizio nella Chiesa. Non si tratta di rimozioni, tanto meno di punizioni. Almeno in situazioni normali. Il “volere di Dio” non sempre è comprensibile nell’immediato. Né facile da accettare. Ma certi distacchi, oggi, sono più facilmente colmabili. Ci sono più possibilità di comunicazione, anche a distanza. Ammesso, appunto, che questo sia il vero problema.


01 marzo 2012

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