Una pattuglia peshmerga sul fronte di Makhmour (foto di F. Scaglione).
Vedete i soldati, anzi i peshmerga (la forza di autodifesa dei curdi) nella foto?
L’altroieri parlavo con loro e con il loro comandante (ecco il video: http://www.famigliacristiana.it/blogpost/contro-i-peshmerga-l-isis-non-puo-vincere.aspx) nella postazione che occupano appena fuori Makhmour, grosso centro industriale a una cinquantina di chilometri da Erbil, capoluogo del Kurdistan.
Ieri, loro e il loro comandante sono tornati, proprio in quella postazione, a sparare contro un’avanzata improvvisa dei miliziani dell’Isis.
Questo, e altri episodi simili, come l’attentato suicida in un albergo del centro di Kirkuk e la generale ripresa di attività militare dell’Isis, in cerca di rivincita dopo la sconfitta di Kobane, ci dicono che la vittoria finale sui miliziani ha ancora bisogno di tempo.
Anche perché quelli dell’Isis, inferiori quanto a mezzi e armamenti rispetto alla coalizione internazionale e ai peshmerga, si battono senza risparmio e cercano di imparare dalle sconfitte. Quelli che sono andati all’attacco appena fuori Kirkuk, per esempio, erano tutti dotati di ombrelli grigio-marroni: un trucchetto da poco, che però permette loro di non essere individuati dagli aerei degli americani, che li spiano dall’alto.
L’aspetto militare influenza anche le attività delle Ong come Focsiv. Pochi lo dicono apertamente, ma tutti hanno ormai capito che questa non è più un’emergenza acuta e violenta ma di breve durata, come si sperava all’inizio, ma una crisi che avrà tempi lunghi. I 2 milioni e mezzo di profughi attuali sono già un’enormità ma sono con ogni probabilità destinati a crescere ancora nel numero.
Quindi anche i soccorsi e gli aiuti devono essere tarati su questa prospettiva. Con quest’idea in mente, Focsiv e Famiglia Cristiana stanno elaborando il progetto per la campagna che condurranno insieme nelle prossime settimane. Ve la racconteremo nel dettaglio più avanti. Ma è già sicuro che avrà la famiglia al centro.