«A te papà, grazie, perché domenica oltre a
sopportare freddo, vento e i soliti insulti rivolti a me, ma
che offendono anche chi accompagna noi arbitri, hai
sopportato tanta rabbia per quello che è successo e,
soprattutto perché, bloccato da una recinzione, non hai
potuto fermare la mano di chi mi colpiva. Grazie, perché
solo quando sei entrato tu nello spogliatoio, pochi minuti
dopo l'aggressione, con il tuo abbraccio mi sono sentito al
sicuro. A te mamma, grazie, perché nonostante quella sola
volta che sei venuta a vedermi arbitrare, dopo solo
mezz'ora, ti sei allontanata non potendo sopportare i toni e
le contestazioni che mi venivano rivolti e, nonostante ieri
lavavi la mia divisa sporca di sangue con gli occhi lucidi
di pianto, mi hai sempre incoraggiato e sostenuto con il tuo
sorriso.
«Ai vertici e componenti A.I.A. e F.I.G.C. nazionali e regionali, grazie,
perché con l’attenzione che avete dedicato al mio caso e all’impegno
che state assumendo perché situazioni del genere non possano più
accadere, avete dato un senso positivo a quanto mi è successo.
«Ai colleghi arbitri di tutta Italia dalla Serie A ai Giovanissimi, grazie,
perché, con le vostre telefonate e i vostri messaggi di affetto, mi
avete fatto capire quanto è grande questa mia seconda famiglia e che un
arbitro, in qualsiasi posto d’Italia si trovi e in qualsiasi situazione,
non è mai solo.
«Al presidente Paolo Prato, agli osservatori e a tutti i colleghi della sezione di Lecce, grazie,
perché sin da subito vi siete stretti a me ed alla mia famiglia,
incoraggiandoci e aiutandoci a superare il momento. Grazie perché
martedì, alla riunione OTS, con la vostra accoglienza e le vostre parole
di stima e affetto, mi avete fatto sentire fiero di essere un arbitro e
di avere persone come voi sempre accanto, sentimento rafforzato ancor
più dopo aver letto il vostro articolo “FORZA LUIGI”.
Grazie di cuore a tutti»
Luigi Rosato
E' il testo della lettera aperta che Luigi Rosato arbitro di calcio diciassettenne ha scritto dopo essere stato aggredito in campo e inseguito negli spogliatoi da un gruppo di tifosi, lo scorso 26 ottobre. Qualche giorno fa un altro arbitro ragazzino è stato schiaffeggiato dal padre di uno dei giocatori in campo. Il figlio, in lacrime, si è scusato pubblicamente per il gesto del genitore. L'arbitro aggredito, da parte sua, fa sapere di voler tornare subito ad arbitrare.
Diffondere la lezione di civiltà di questi ragazzi è il minimo che possa fare un blog che ha per sottotitolo: «Diario di un Paese difficile da arbitrare». Dovendo ahinoi sottolineare che non sempre gli adulti si mostrano all'altezza di recepirla.