Chi lavora nella scuola sa quanto sia lunga e faticosa la strada per accedere al ruolo: anni di precariato, corsi di formazione, abilitazione e poi il concorso. Eppure, nonostante i tanti sacrifici fatti, non smetterò mai di dire che insegnare è il lavoro più bello del mondo! Quest’anno però l’inizio è stato diverso, più complesso, poiché pur essendo di ruolo, mi sono state attribuite molte ore di “potenziamento”. In un primo momento ero molto perplessa, non accettavo di buon cuore questa proposta, avevo paura di finire a fare le sostituzioni, insomma la tappabuchi, dopo tutti i sacrifici che ho fatto!
Lo scenario è cambiato quando una brava e competente collega mi ha messo al corrente dell’arrivo in paese di alcuni ragazzi fuggiti dagli orrori della guerra in Ucraina, così ho accolto la proposta e insieme abbiamo creato un progetto di insegnamento di Italiano per gli stranieri, con l’obiettivo di favorire l’acquisizione delle abilità di base utili alla comunicazione quotidiana e all’integrazione nel contesto della classe. A questi ragazzi si sono man mano aggiunti degli alunni albanesi, anche loro appena arrivati in Italia. Da che ero contraria al potenziamento, posso ora dire che, se è ben valorizzato, può essere davvero una risorsa preziosa per la comunità scolastica. Vedere ora questi ragazzi venire a scuola con il sorriso, mettendo da parte i dispiaceri per aver lasciato la propria terra, e vederli interagire piano piano con i compagni, non ha prezzo per me!
LUCIAMENA TITTI’ SIGNORE
Cara amica, la tua bella testimonianza ci dice che occorre buttarsi nelle cose, anche quando le premesse non ci paiono favorevoli. Il Signore trae cose buone da ogni situazione, basta che ci mettiamo da parte nostra tutto l’impegno e la passione. Il resto lo fa Lui. In fin dei conti è nel dono di noi stessi fino in fondo che troviamo il senso pieno delle cose e la nostra stessa gioia. Anche, quindi, il potenziamento a scuola può diventare una grande risorsa se vissuta come promozione umana degli studenti. Basta, come ogni cosa del resto, saperlo usare bene e per il bene.