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martedì 03 ottobre 2023
 

La nostra mappa digitale

Questo è un nuovo blog che prova a raccontare non tanto la rivoluzione digitale che modificherà la nostra vita in futuro, ma quella che ha già cambiato le nostre abitudini. Ecco perché l’abbiamo chiamato “Il digitale che c’è in noi”. Perché senza accorgercene, nonostante alcuni cerchino di “resistere” a tutti i costi, le cyber-tecnologie e i social finiscono per regalarci un’altra pelle. Ed è già possibile tracciare per ognuno di noi, coscienti o no, una mappa digitale. Per esempio: il 52% degli utenti sostiene che gli elementi sul proprio pc siano insostituibili, ma in genere usa soltanto il 20% di ciò che salva. E ancora: una libreria iTunes standard di un qualsiasi ragazzo sveglio contiene in genere 3.000 brani, eppure il proprietario ascolta al massimo 10 brani l’ora,  oppure 240 il giorno.

Un utente medio ha circa 65 App installate sullo smartphone, ma ne usa sì e no 15.  Un normale appassionato di Facebook ha 229 amici, 16 dei quali non conosce affatto, mai visti o sentiti. E un utente medio di Twitter ha 126 followers, ma solo il 35% sono persone reali. Non solo: i bravi internauti hanno spesso più di un profilo sui siti di social networking e più di un account di posta elettronica. Ma solo il 9% per cento li usa regolarmente. Per cui vagano nella Rete, come “fantasmi digitali”, milioni di profili e indirizzi e-mail, spesso mascherati, spesso clandestini, spesso “carbonari”, che abbiamo ma non utilizziamo, o dei quali ci siamo dimenticati, e se non li abbiamo dimenticati non ricordiamo più le password, per cui rimarranno nel web in eterno con dentro frasi, foto, video, dati, confidenze difficilmente rintracciabili anche dopo la morte degli utenti.


Dunque, chi può veramente affermare che il digitale non abbia già cambiato le nostre vite e le nostre relazioni?


22 luglio 2013

 
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