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sabato 08 febbraio 2025
 

La rete non faccia da eco al terrorismo

Il Museo del Bardo di Tunisi ha utilizzato soprattutto i bambini, i soggetti più fragili e indifesi, per annunciare la riapertura al pubblico che avverrà domenica 29 marzo. Un chiaro attestato di capacità di resilienza ma anche un segnale per tranquillizzare i turisti, patrimonio irrinunciabile per l’economia tunisina.

Fonti attendibili, che attribuiscono la paternità dell’attentato alla brigata tunisina Okba Bin Nafaa,  spiegano come una parte della cellula terroristica avrebbe avuto come unico compito quello di riprendere l’attentato per poi metterlo in Rete e rivendicarlo.

Qualcosa non dev’essere andato secondo i piani, perché di video pubblicati dai terroristi stavolta non ce ne sono. I nostri occhi hanno già raccolto crudeltà a sufficienza in questi ultimi mesi. D’altronde il terrore si nutre di platee sempre più vaste. Se non avesse spettatori non troverebbe alimento e, purtroppo, la Rete amplifica la bulimia di chi agisce senza scrupoli e senza pietà. Siamo anche noi, con ogni singolo clic e condivisione, a scegliere di fornire ossigeno o soffocare la logica del terrore.

C’è un altro fenomeno della Rete, o meglio “di rete”, che, a mio parere, non andrebbe sottovalutato. Inizialmente, inseguito ad una rivendicazione, sembrava che l’attentato al Museo del Bardo fosse collegato con l’Isis ma il ministro degli esteri tunisino ha dichiarato che è stato compiuto su mandato di Al-Qaida. Stesso clichè già visto nel caso dell’attacco a Charlie Hebdo in Francia. Le paternità di questi atti gravissimi sembrano contese a colpi di web, dove tempestività e rapidità possono spostare l’opinione pubblica e amplificare l’onda di terrore. È soprattutto il web, amplificato da tutti gli altri media a fare da collante per questo mosaico del terrore.

Il rischio potrebbe essere quello che una struttura reticolare, fatto di ideali e contenuti condivisi a livello planetario, stia comunque collegando decine di persone pronte ad agire anche isolatamente, oltre ogni paternità ufficiale. Una sorta di tessuto connettivo che in maniera più o meno conscia sta offrendo humus ai professionisti del terrore.


26 marzo 2015

 
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