Alla fine dei lavori costituzionali il laico Benedetto Croce, che non poteva non dirsi cristiano, invocò il "Veni Creator Spiritus" sulla Costituzione, perché sapeva che quella Carta avrebbe dovuto segnare il destino di generazioni. Questo per dire la considerazione dei costituenti di allora per quel che andavano a fare, la consapevolezza di quegli uomini malati di "presbiopia", poiché cercavano di vedere lontano, lontano, in fondo alle generazioni future, come veri statisti, senza preoccuparsi molto di quel che accadeva intorno a loro, della politica spicciola.
Il "Veni Creator Spiritus" bisognerebbe invocarlo anche oggi, in questo clima superfrettoloso di riforme epocali trattate come una legge qualsiasi, frutto più di tattiche e triangolazioni politiche che di una volontà costituente come quella che animò Moro, Croce, Corbino, Scalfaro & Co.
Il Senato per esempio. Siamo sicuri che la foga con cui lo si vuole cancellare, frutto dell'antipolitica imperante presente e passata, sia corretta? Il bicamerilasmo perfetto (quasi perfetto, perché i senatori hanno più di 40 anni e dunque si presume siano un po' più saggi) è una peculiarità italiana, non esiste nelle altre democrazie occidentali. Ma in fondo sono una peculiarità anche la cappella sistina, i fori imperiali, la Primavera di Botticelli, il Rinascimento, il primo Monte dei pegni, la Divina Commedia etc. Tutte peculiarità, come il Senato, nato oltre duemila anni fa. Ora degradato a una sorta di weekend romano per consiglieri regionali con poteri speciali in caso di elezioni del capo dello Stato, ovvero una volta ogni sette anni, weekend speciale.
Il bicameralismo non è detto che produca solo lungaggini, spesso permette di correggere una legge fatta male. Qualcuno accomuna il sistema al processo d'appello, che può correggere una sentenza a carico di uno stesso imputato, con le stesse leggi, ma con un consorzio di teste diverse. E se proprio si doveva cambiare, questo benedetto Senato, perché non affidare la cosa a dei deputati costituenti, fatto di parlamentari, saggi costituzionalisti, intellettuali che avrebbero ben valutato le conseguenze di quel che si andava fare, quali destinis i andavano a incidere in una Repubblica. C'è chi ha proposto di fare del Senato una Camera Alta destinata a legiferare in materia fiscale, chi in un'assemblea di saggi destinatia produrre leggi culturali, e invece si sta parlando di una replica della Conferenza Stato regioni. Ma c'era fretta, tanta fretta...