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martedì 13 maggio 2025
 
Le regole del gioco Aggiornamenti rss Elisa Chiari
Giornalista

La solidarietà a don Ciotti si misura a fatti

A seguito della notizia delle  minacce di Riina a don Luigi Ciotti sono arrivati messaggi di solidarietà da molte parti, soprattutto dalle stanze del potere d’ogni colore: buona cosa, ma vuota se alla solidarietà non si accompagna un serio contrasto, senza compromessi di sorta, all’illegalità di mafia e corruzione contro le quali don Ciotti combatte da una vita, anche a costo di metterla in gioco. Non basta dirgli che non è solo a parole, bisogna dimostrarglielo a fatti: la riforma della giustizia sul tavolo è l’occasione.    

Il presidente del consiglio qualche giorno fa l’ha annunciata con questo slogan: «Chi sbaglia paga». Si direbbe un titolo quasi banale visto il tema, il fatto è che non si riferiva alla società e alla giustizia tout court, si riferiva alla responsabilità civile dei magistrati. Va bene, ragioniamoci se la legge sulla responsabilità civile così com’è non funziona, ma sarebbe importante capire anche se, a riforma conclusa, oltre ai magistrati che sbagliano pagheranno anche coloro che delinquono, quale che sia la categoria cui appartengono, piani alti della politica compresi.  

Perché, per come stanno oggi le cose, con la legge ex Cirielli in vigore  troppe volte i colpevoli soprattutto tra i colletti bianchi la fanno franca incentivati a tirare in lungo i processi, le vittime non trovano giustizia, la società non vede sanata la ferita che il reato le ha inferto e paghiamo noi, non solo per il costo dei quasi quattrocento processi che si prescrivono ogni giorno - molti dei quali per corruzione e concussione – ma anche per le conseguenze che questi reati, impuniti, hanno sulla nostra accidentata economia e sulla qualità della nostra democrazia.   


01 settembre 2014

 
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