logo san paolo
mercoledì 31 maggio 2023
 

Le suore non vivono a scrocco

Ho letto la lettera di suor Maria Pia (FC n. 45/2013), che termina così: «Chissà se per avere il necessario per vivere, un giorno dovremo uscire dal monastero per andare a lavorare. Viene da domandarcelo, scandalizzando molti». Cara suor Maria Pia, scandalo è, semmai, che non usciate per andare a lavorare e potervi così mantenere, com’è doveroso per tutti. La preghiera è il “respiro dell’anima” ed è preziosa e necessaria a ciascuno, religioso o laico che sia. Ma non è giusto che la suora di clausura si faccia mantenere da chi ha già da sostenere sé stesso e la propria famiglia: è come “rubare”. Ciascuno di noi ha fame e sete, ha bisogno di un alloggio e di assistenza medica, ma proprio per questo tutti dobbiamo lavorare. Non è giusto scaricare sugli altri il proprio mantenimento.

ANNA MARIA - Verona

Se l’orizzonte della nostra esistenza fosse solo terreno, avresti ragione, cara Anna Maria. Ma se ci interroghiamo sul senso della vita, forse dovremmo avere una diversa considerazione delle suore di clausura, e di chi ha scelto di consacrare la propria vita al Signore. Certo, queste suore sono isolate, ma non sono fuori dal mondo e dai problemi della società. Chi è in clausura, poi, vive del proprio lavoro e di quanto la Provvidenza fa pervenire. Altro che parassita! Le parole di suor Maria Pia, che ti hanno turbata, vanno ben comprese. Ti auguro di poter avere un contatto diretto con qualche monastero di clausura. Non finiresti di ringraziare Dio per la gioia e la serenità che potresti trovarvi. Te lo posso assicurare per esperienza personale.


29 gennaio 2014

I vostri commenti
6

Stai visualizzando  dei 6 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo