Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
mercoledì 14 maggio 2025
 

Lo Yemen e il tifo per l'Arabia Saudita

Gli effetti di uno dei bombardamenti sullo Yemen (Reuters).
Gli effetti di uno dei bombardamenti sullo Yemen (Reuters).

La guerra in Yemen, che in quattro mesi ha fatto già circa 20 mila morti e creato 1 milione e 200 mila sfollati, segue uno schema classico per il Medio Oriente. Una maggioranza sunnita (quella che si riconosce nel Governo del presidente Abed Rabbo Mansour Hadi, già vice del dittatore Alì Salah, arrivato al vertice del Paese con un'elezione a candidato unico  "pilotata" dagli Usa) contro una minoranza sciita, quella rappresentata dai guerriglieri Houthi, supportata e finanziata dall'Iran. Il solito mix micidiale di rivalità etniche, religiose e politiche.

Poi, tutte le ingerenze e le intromissioni dei Paesi che hanno (o ritengono di avere) interessi importanti nel conflitto: di fatto, una larga coalizione di Paesi sunniti, guidata dall'Arabia Saudita e con la forte partecipazione della Turchia, che in quattro e quattr'otto si è costituita e ha cominciato a martellare gli Houthi e lo Yemen.

Le pochissime organizzazioni umanitarie ancora presenti nel Paese ci dicono quasi ogni giorno che i bombardamenti sono indiscriminati e colpiscono soprattutto i civili. Secondo l'Unicef, per esempio, da marzo a oggi sono stati uccisi almeno 400 bambini e almeno altri 600 sono stati feriti. Medici senza Frontiere racconta le incursioni sui mercati e sui villaggi e spiega che lo Yemen è ormai al collasso. Mancano, oltre al resto, le medicine e quasi 3 milioni di bambini, privi di vaccini, possono ora contrarre il morbillo, che da quelle parti ha ancora alti tassi di mortalità.

Purtroppo di classico, nel conflitto in corso nello Yemen, c'è anche l'atteggiamento di chi guarda, cioè noi. Un menefreghismo diffuso che corrisponde, peraltro, alla facilità con cui beviamo quanto ci viene raccontato da chi, alla fin fine, partecipa all'organizzazione o alla giustificazione di certe guerre. In Siria, finché è durata la favoletta della lotta per la libertà, la gente moriva ma era tutta colpa di Assad. Poi, di colpo, abbiamo scoperto che contro Assad c'era l'Isis, che di Assad è infinitamente peggio. Prima Assad faceva schifo perché usava le armi chimiche e Obama era così indignato che voleva bombardarlo seduta stante. Ora gli stessi americani riconoscono che le armi chimiche le usa anche l'Isis, ma non c'è alcun dibattito mondiale incorso. Risultato: in Siria si muore ma continua a importare poco a tutti. anzi, se arrivano dei profughi siriani alle frontiere d'europa gli mandiamo pure la polizia contro.

Altrettanto per lo Yemen. Lì, tra l'altro, c'è da notare questo. Si avverte, nei giornali e nei media, il tifo per l'Arabia Saudita e i suoi partner. Gli Houthi sono sciiti al soldo degli ayatollah iraniani, si fa capire, è ora di riportare l'ordine. Ma per quale ragione dovremmo tifare per i sauditi, già creatori, finanziatori e armigeri dell'Isis, non ce lo spiega nessuno. Lo stesso Isis che gli stessi giornali vorrebbero combattuto dai nostri soldati in Libia, per stroncare il fondamentalismo e il traffico di migranti. E poi vorremmo che la Ue funzionasse come un orologio, il nostro Governo non sbagliasse un colpo, la gente avesse i nervi saldi? Ma per favore...

Questi e altri temi di esteri anche su fulvioscaglione.com

25 agosto 2015

I vostri commenti
2

Stai visualizzando  dei 2 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo