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venerdì 11 ottobre 2024
 

Luci e ombre sugli immigrati

È da un po’ di tempo che tengo nel cassetto un ritaglio di Famiglia Cristiana. È un articolo sull’immigrazione, in occasione della presentazione del suo libro Anche voi foste stranieri (Laterza). Subito mi sono detto, alzando gli occhi al cielo: «Ancora con ’sta storia!». Il libro non l’ho letto. Immagino che sia un buon testo, ma credo si rivolga solo ai cristiani che sono chiamati a impegnarsi nell’amore verso il prossimo. Ma si metta anche nei panni di chi non crede. E guardi il mondo dalla loro angolazione. “Anche voi foste stranieri”, già, è vero. Ma c’è sempre un “ma”: noi italiani andati all’estero abbiamo prima bussato. Abbiamo chiesto il permesso. C’è stata una selezione. E quelli che non si integravano o non si comportavano secondo le leggi del Paese ospitante, venivano rimpatriati. Oggi non è più così. Gli stranieri non bussano, ma ci invadono. È vero che rischiano la vita sulle carrette del mare o nascosti tra le merci degli autocarri. Ma dove li alloggiamo, come faremo a sfamarli e curarli? E quale lavoro troveranno?

Giulio M.

Non per fare pubblicità al mio libro Anche voi foste stranieri, ma se tu l’avessi letto, caro Giulio, forse avresti già trovato qualche risposta alle tue domande. Primo, perché non è un libro “ideologico”, nel senso che non sposa pregiudizi e posizioni preconcette. Ma si tratta di un’ampia indagine giornalistica, con dati ed esperienze di vita, che analizza il fenomeno dell’immigrazione nelle sue ombre e nelle sue luci. Secondo, perché avresti compreso che il dovere dell’accoglienza riguarda tutti i cittadini, credenti e non. Il rispetto della dignità umana e l’uguaglianza di tutti i popoli hanno fondamento nei diritti universali. Il credente ha un dovere in più. Perché l’amore verso il prossimo è un comandamento. Cioè un obbligo, non un semplice consiglio. E su questo saremo giudicati, come ci ricorda l’evangelista Matteo (capitolo 25): «Ero forestiero e mi avete accolto».


05 luglio 2011

 
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