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martedì 13 maggio 2025
 

Ma Al Qaeda non era stata sconfitta?

Un gruppo di miliziani qaedisti a Fallujah, in Iraq (Reuters).
Un gruppo di miliziani qaedisti a Fallujah, in Iraq (Reuters).

Ma non era finita? Ridotta quasi a zero? Privata di tutti i suoi capi? Una tragica leggenda del passato? Pare proprio di no, perché oggi il nome Al Qaeda risuona, potente e temuto, dalla Siria all'Iraq, dallo Yemen alla Libia. Nel Caucaso un po' meno, perché lì le questioni regionali hanno il sopravvento, ma il profumo del qaedismo comunque si sente. E in Libano Al Qaeda sta pian piano infiltrandosi con la strategia dei kamikaze.

Il nostro problema, rispetto a questa realtà, ha due facce. La prima sono gli errori del passato: l'invasione dell'Afghanistan, checché ne dicano i detrattori degli Usa e della Nato, aveva una sua logica proprio rispetto alla "guerra al terrore": era lì che si era annidato Osama bin Laden, erano lì i campi di addestramento dei terroristi, era l'Afghanistan (che aveva comunque una struttura statale, e come Stato era riconosciuto da Paesi non secondari come il Pakistan e  l'Arabia Saudita) a fornire ad Al Qaeda un suppporto fondamentale. Ma l'invasione dell'Iraq fu una colossale e sanguinosa sciocchezza, motivata con la "guerra al terrore" ma generata da ben altri ragioni, e non a caso si è trasformata in quel che vediamo tutti i giorni nel Tg.

Ma con gli errori del passato si potrebbe anche convivere, e magari superarli o attenuarli, se da tempo non ci fossimo abbandonati a una "narrazione" della situazione che ha ben poca corrispondenza con la realtà. Ce la raccontiamo come se Osama non fosse mai morto. E non ci chiediamo più, banalmente, che cos'è oggi Al Qaeda, che cosa vuole, chi la comanda.

Per dire: il Medio Oriente è un serbatoio vasto di estremisti, fanatici, giovani corruttibili con idee di morte e distruzione. Su questo siamo d'accordo. Ma chi va in cerca dei soggetti adatti? Chi li arruola? Chi li addestra? Chi li paga? Chi mantiene le loro famiglie dopo che si sono fatti saltare in aria? Chi gli dà le automobili e l'esplosivo? Chi sceglie i bersagli? Saremmo d'accordo, spero, che anche queste cose hanno bisogno di qualcuno che ci pensi. E di qualcuno che paghi. Perché non se ne parla più?

La mia ipotesi è che la propaganda Usa e i suoi trombettieri non ne parlino come facevano qualche anno fa perché non vogliono che se ne parli. Perché sanno benissimo come e dove nascono le nuove fortune di Al Qaeda. Perché non vogliono provocare una rottura drammatica con alleati potenti di zone strategiche del mondo. Anche se il lento ma progressivo "distacco" della Casa Bianca dall'Arabia Saudita e dai reami del Golfo offre molti spunti alla riflessione.



Questi e altri temi di esteri anche su fulvioscaglione.com

13 gennaio 2014

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