Nella mia parrocchia sono cambiati i sacerdoti e purtroppo sento tanto la mancanza delle omelie/riflessioni di prima. Uscivo dalla Messa più ricaricato, migliorato. Ora la Messa è valida, ma quanta retorica nelle prediche (una vana e artificiosa ricerca dell’effetto con manifestazioni di ostentata adesione ai più banali luoghi comuni). Si è appena letto il Vangelo, e la predica è una ripetizione litanica delle stesse parole moltiplicate per 15-20 minuti senza sviluppare un concetto profondo e attuale. Ma i sacerdoti si preparano per le omelie?
Quando andavamo a scuola ci si preparava se avevamo l’interrogazione. Non avevo mi pensato così tanto a questa frase del papa emerito Benedetto XVI: «Ci sono ancora tanti cristiani che credono nonostante le prediche di certi sacerdoti». Papa Francesco parla molto chiaro e cala la Parola evangelica nella realtà/attualità della vita di oggi. I preti imparino da lui, si leggano bene i brani e poi parlino con il cuore in mano. Poi capisco che si debba cantare (magari nelle celebrazioni solenni), ma nelle Messe feriali 7-8 canti a squarciagola stonati sono troppi, non c’è ma un momento che uno possa dialoga-re in silenzio con il suo Signore. A volte capisco perché molti scelgono altre parrocchie, non la propria, per andare a Messa la domenica. LETTERA FIRMATA
La Messa è sempre il popolo di Dio che incontra e loda il suo Signore e ciascuno viene ricolmato di grazia. È vero, però, che la liturgia va preparata e vissuta bene, con sobrietà, lasciando i dovuti momenti di silenzio. Ed è anche importante che l’omelia sia ben preparata. Non è l’unico criterio per valutare se un prete è “bravo” oppure no, perché ci sono persone più o meno ca-paci di tenere un discorso ben fatto, efficace, ricco di contenuti e che non annoi.
Sono però d’accordo che si sente quando le parole vengono dal cuore. E perciò ha ragione papa Francesco quando scrive nell’esortazione Evangelii gaudium: «L’omelia è la pietra di paragone per valutare la vicinanza e la capacità d’incontro di un Pastore con il suo popolo. Di fatto, sappiamo che i fedeli le danno molta importanza; ed essi, come gli stessi ministri ordinati, molte volte soffrono, gli uni ad ascoltare e gli altri a predicare. È triste che sia così».
Ma poi aggiunge: «L’omelia può essere realmente un’intensa e felice esperienza dello Spirito, un confortante incontro con la Parola, una fonte costante di rinnovamento e di crescita». Noi preti dovremmo prendere sul serio quanto scrive il Papa, che nella stessa esortazione apostolica dedica ampio spazio all’omelia. E dovremmo anche prendere esempio da Francesco, che penso abbia scelto di celebrare pubblicamente la Messa feriale a Santa Marta proprio perché ogni pastore, ogni parroco, possa prendere spunto dal suo modo di interagire con i fedeli.