Egregio don Antonio, nella nostra bella Italietta se ne sentono di tutti i colori, ma quello capitato a Marta di Imola ha dell’incredibile. Marta ha 31 anni e lotta dal 2007 contro un tumore che la fa dannare: glielo hanno asportato, lei è diventata quasi cieca, il tumore è tornato più volte, l’hanno rioperata, la vista se n’è andata, ma lei non molla mai. Neppure quando l’Inps le ha tagliato i sussidi perché è tanto brava, fa troppe cose e qualche anno fa si è anche laureata. Nella nostra bella Italia degli inganni e dei sotterfugi si pensa sempre che ci sia dietro la truffa. L’Inps l’ha considerata troppo normale per avere i sussidi statali, pazienza se non ci vede. A inizio anno le ha tolto il 30% dell’indennità civile e l’ha privata dell’accompagnamento. Ci avevano provato anche nel 2011, ma l’anno successivo il Tribunale del lavoro aveva dato ragione alla ragazza. A fronte di questa ingiustizia Marta ha mosso un quarantotto e alla fine ha ricevuto la telefonata dal presidente dell’Inps, che si è scusato con lei e ha promesso: «Provvederemo». L’Inps ha restituito sì l’invalidità, ma niente accompagnamento, con la seguente spiegazione: «Sono in corso verifiche». Questi casi di malaburocrazia e malasanità si registrano spesso nel nostro Paese, senza che a carico dei responsabili vengano presi i dovuti provvedimenti disciplinari. Marta ha il sacrosanto diritto di riavere tutto, anche l’accompagnamento, con la speranza che casi come il suo non si verifichino mai più.
ANTONIO DE MARCO - Ferrara
Il male prodotto dai “furbetti” è duplice: non solo prendono per sé ciò che non gli spetta, ma rendono sospetti anche tanti altri che invece avrebbero diritto a essere sostenuti dallo Stato. E a causa di questo aumentano anche le complicazioni e la burocrazia. Dovremmo tutti fare un esame di coscienza. Mi auguro comunque che, nel frattempo, il caso di Marta si sia risolto definitivamente. Lei è un esempio positivo di persona che non si scoraggia di fronte alle avversità della vita, un riferimento per molti di noi che magari si abbattono alla prima difficoltà.