E’ proprio vero che la realtà supera sempre la fantasia. Negli anni Sessanta si diceva “la Cina è vicina”, si pensava a Mao Tse Tung, e si prendeva atto dell’incedere travolgente del comunismo, il contrario del capitalismo.
Ora, dopo mezzo secolo, se si dice “la Cina è vicina”, si pensa, casomai, all’arrivo in Italia di ingenti capitali, che disegnano figure molto più simili a Bill Gates che a Carlo Marx. D’altro canto, non si scappa: il Milan di Berlusconi è il parente povero di quello che ha vinto, con l’imprenditore e con Galliani, 28 trofei dal 1986 in avanti. Esistono perdite di 361 milioni negli ultimi 10 anni, di cui 91 solo nel 2014, con debiti finanziari fino a 247 milioni.
La vicenda è diventata, addirittura, un affare di Stato, visto che è coinvolto, in prima persona, Xi Jinping, Segretario Generale del Partito Comunista. E Berlusconi è obbligato ad affidarsi proprio a quel mondo “comunista”, che è sempre stato lo spauracchio da agitare, per ragioni ideologiche ed elettorali. E’ il serpente, o se preferite, il “biscione”, che si mangia la coda, ma, oggi, per sopravvivere, se si rinuncia, purtroppo, ai valori dell’etica, figurarsi se non si può rinunciare alle vecchie, e romantiche, barricate.