Buonasera, sono una lettrice da molto tempo e
abbonata da qualche anno. Le scrivo mossa dalla pena
che mi assale ogni volta che vedo mio figlio buttato
sul letto, pieno di sconforto. Ha terminato la scuola
professionale, con ottimi risultati, ma non trova ancora
un’occupazione, nonostante abbia inviato il suo curriculum
dappertutto. Rispetto alla situazione generale,
so di non raccontarle niente di nuovo. Per “fortuna”,
il mio ragazzo non è un disoccupato con figli a carico.
È un giovane, però, che sta perdendo la speranza
e si sta deprimendo. La scuola gli ha insegnato un mestiere,
lui ha solo voglia di “sporcarsi le mani” per guadagnare
il pane, ma tutto ciò non conta nulla. La sua
preparazione, che potrebbe essere messa a frutto, presto
andrà in malora. Ora, anch’io, sono entrata nel
club delle mamme che vivono il dolore di sentirsi impotenti
per il grave disagio dei figli. Ai politici vorrei
chiedere: ma voi ce l’avete un figlio disoccupato in famiglia?
Sapete che cosa prova una mamma ad avere
un ragazzo ventenne che si aggira per casa con gli occhi
spenti, vuoti di speranza? Vi prego, impegnatevi
davvero per questi ragazzi!
UNA MAMMA IN PENA
Forse, è vero quello che dice questa “mamma in pena”. politici sono così lontani dalla vita reale, avvolti tra privilegi
e benefici vari, che non capiscono il dolore o il pianto
di un genitore per un figlio senza futuro. Nonostante si sia
preparato bene, con sacrifici e buoni risultati, per inserirsi
nel mondo del lavoro. Oggi, l’Italia penalizza le nuove generazioni
e non investe seriamente su di loro, pregiudicandosi
crescita e sviluppo. Tanti ragazzi, ormai, il futuro sono
costretti a cercarlo altrove, al di fuori dei confini di una nazione
che sentono “matrigna” più che madre. Negli altri
Paesi, per lo più, eccellono in ogni campo, dall’insegnamento
all’industria. Ma così si depaupera l’Italia dei migliori
cervelli che, difficilmente, torneranno in patria. Ma si dà
anche il caso del povero diciannovenne Joele Leotta di Nibionno
(Lecco), che in Inghilterra, dove s’era trasferito in
cerca di lavoro, trovi la morte, ucciso da balordi.