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Mutande verdi

Sarà anche vero, come scrive Michele Brambilla sulla Stampa, che se la Lega sta morendo il leghismo, inteso come rabbia dei ceti del Nord, è più vivo che mai, ma le ultime dal Carroccio parlano di un grottesco sprofondo. E non solo della Lega. Basterebbe leggere il bel libro di Filippo Astone, documentatissimo, dedicato alla “Disfatta del Nord” e al clima di corruzione, clientelismo e mala gestione che si è alimentato all’ombra della questione settentrionale. C’è poi il processo per una truffa di 40 milioni di euro ai danni dello Stato che vede coinvolto lo stesso leader e fondatore Umberto Bossi. Ma il tocco finale, la pennellata d’artista, quel che fa scivolare tutto nel grottesco, sono le mutande verdi di Roberto Cota. Una vicenda che colpisce nell’intimo.

Nel 2011 il governatore del Piemonte, nel corso di un viaggio a Boston, ha accuratamente selezionato e finalmente trovato un capo d’abbigliamento che non poteva mancare nel suo guardaroba: un paio di mutande verdi. Pare si sia accontentato della sfumatura kiwi, che non è proprio il verde padano, ma fa niente. Prezzo: 40 dollari. Ma il bello è che lo scontrino delle mutande verdi è finito nell’inchiesta “spese pazze” della Regione Piemonte, perché il governatore ne ha chiesto il rimborso. Non è stato facile per gli investigatori scoprire di che si trattava, perché la voce era nascosta sotto il seguente gergo:  «Chappytrunk, kiwi, taglia (omissis, non vorremmo rivelare un dato sensibile)».  Dove Chappytrunk pare sia il nome del negozio, o del modello, ancora non è chiaro. Va precisato a onor di Cota che il viaggio a Boston era stato pagato a sue spese e che pare che gli siano sfuggite solo una ricevuta da 10 dollari e le mutande. Ma la suggestione resta forte. Di questi tempi la Lega Nord è in braghe di tela: verdi.


04 dicembre 2013

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