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domenica 13 ottobre 2024
 

Nessuna apertura su eutanasia e suicidio assistito

Caro don Stefano,

sono rimasto sconvolto da quanto ho letto su diversi quotidiani e ascoltato nei vari Tg: la Santa Sede avrebbe in un nuovo documento manifestato delle aperture su questioni a mio avviso inaccettabili per un credente, come eutanasia e suicidio assistito. Io credo che così facendo la Chiesa crei confusione e perda autorevolezza nel testimoniare la Parola di Dio.

Vittorio Natella

Caro Vittorio,

grazie per la tua lettera che ci permette di fare chiarezza su una vera e propria speculazione mediatica. Il volume Piccolo lessico del fine vita (Edizione Lev) realizzato dalla Pontificia Accademia per la Vita (Pav) e consegnato da monsignor Paglia, che ne è il presidente, l’8 agosto scorso a papa Francesco, in realtà è stato pubblicato nel giugno 2024, ossia due mesi fa. Non c’è quindi nessuna novità, perché il volume non solo non cambia assolutamente la posizione della Chiesa sul risoluto no a ogni forma di interruzione volontaria della vita, ma lancia anche un importante appello perché si arrivi a una legge («in maniera sapiente») in grado di arrestare quella che viene definita «la deriva eutanasica».

Ciò che invece la Pav distingue, come ha spiegato più volte monsignor Paglia in numerosi interventi, anche su Famiglia Cristiana, è l’accanimento terapeutico dalla cura, che non va mai negata ai pazienti terminali e comprende anche e soprattutto l’assistenza sul piano psicologico e affettivo. Sul primo, già da tempo la Pav ha spiegato che è un intervento che non porta alcun reale beneficio all’ammalato, ma anzi rischia di aggravarne e prolungarne il calvario, mentre – ed ecco il secondo punto – con le cure palliative si può alleviare il dolore e rendere il più confortevoli possibili gli ultimi giorni di chi soffre su questa terra, mentre le persone care ne accompagnano il passaggio nell’altra vita.

Ancora una volta purtroppo ci troviamo davanti all’incapacità di confrontarsi su temi così delicati senza forzature orientate ideologicamente o strumentalizzazioni a beneficio della spettacolarizzazione mediatica. Qualcosa di simile era accaduto quando era stata pubblicata la dichiarazione del Dicastero per la dottrina della fede Fiducia supplicans, circostanza in cui si gridò all’«apertura» alle nozze gay, mentre si trattava di ribadire che l’amore di Dio è per tutti e affermare l’ascolto anche di chi vive determinate situazioni da credente.

Ma la Dottrina è una, non cambia perché viene dal Vangelo, ed è questo, la Parola di Vita, che sta a cuore più di ogni altra cosa a papa Francesco. Il resto sono solo polemiche, speculazioni, inganni e altre piccolezze che non devono indurci in confusione o porci in una posizione di dubbio nei confronti della Chiesa, ma spronarci a testimoniare la Verità e l’amore verso il prossimo.


15 agosto 2024

 
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