Lo scorso 31 luglio è stata una
data importante, vista la partecipazione
di circa ventimila fedeli
musulmani alle Sante Messe in Italia.
Abbiamo visto immagini, anche
sul vostro settimanale, di abbracci,
strette di mani, messaggi congiunti
tra preti e imam. Nella settimana
successiva, però, sono successi alcuni
spiacevoli fatti: in una chiesa di
Venezia qualche islamico ha oltraggiato
il crocifisso e profanato l’Eucaristia.
Inoltre, il presidente Piccardo
dell’Ucoii ha reclamato anche la poligamia
come un diritto, allo stesso
modo delle unioni civili. Di tutto ciò,
ci sono stati solo veloci passaggi sulla
stampa. E, soprattutto, nessuna presa
di posizione da parte di coloro che la
domenica precedente avevano partecipato
alle Messe, acclamando la fratellanza
tra le religioni. Io credo che
una reale volontà di collaborazione si
debba dimostrare sempre, altrimenti
alcune manifestazioni appariranno
sterili e opportunistiche.
Su quanto sarebbe successo in una
chiesa di Venezia è bene essere cauti. A
suggerirlo è lo stesso parroco, che ci tiene
a precisare: «Provocazioni sono state
compiute, ma non so quanto consapevoli
e proprio per questo non vogliamo enfatizzare,
tanto meno strumentalizzare».
Nella sua chiesa passano ogni giorno
centinaia di visitatori di tutte le religioni.
Un caso isolato, magari a opera di un
esaltato o fanatico, non può dare l’avvio
a guerre di religione. Tanto meno inficiare
il faticoso ma proficuo cammino che
s’è avviato tra appartenenti delle diverse
religioni per condannare il terrorismo e
promuovere la pace. Non diamo pretesti
a chi vuol soffiare sul fuoco.