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domenica 18 maggio 2025
 

Domenica 29 gennaio - Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe

Lettura del Vangelo secondo Luca (2,22-33)

In quel tempo. Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.

Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, 2anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui.
   

Dalla Parola alla vita

Oggi la liturgia ambrosiana celebra la festa della Sacra Famiglia. È il mistero del nascondimento totale di Gesù. Dopo le epifanie delle ultime tre domeniche, oggi inizia il grande silenzio: Gesù “scompare” a Nazaret vivendo per decenni una vita nascosta nella semplicità di una famiglia dignitosamente povera in un paese quasi sconosciuto e lontano da Gerusalemme.

1. «Portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore». La mamma e il papà di Gesù hanno fatto quello che tutti i genitori ebrei erano tenuti a fare con il loro primogenito maschio; la legge di Mosè prescriveva che dovesse essere offerto al Signore e riscattato con un sacrificio. È l’ennesimo segno della radicalità dell’incarnazione del Verbo di Dio. Gli viene messo il nome Gesù: nome molto diffuso all’epoca e che significa «Dio salva». Siamo invitati a guardare la nostra realtà familiare avendo negli occhi la radicalità dell’incarnazione. Oggi ci si sposa in un momento storico che presenta inedite difficoltà per le famiglie: non tanto le fatiche sociali ed economiche (che pur sono serie) quanto piuttosto il concetto stesso di famiglia che mette in discussione la forma di famiglia cui eravamo abituati da secoli. La contemplazione della vicenda della famiglia di Nazareth illumina i nostri passi insicuri.

2. «Non sarebbe morto prima di aver visto il Cristo del Signore». Luca ci presenta, sull’onda dei ricordi della madre di Gesù, uno strano squarcio nel silenzio della sua vita nascosta. Simeone, uomo giusto e pieno di Spirito Santo, intravede in questo bambino l’avveramento di una grande promessa per il suo popolo: profetizza che sarà lui il Messia per Israele. Con lo stesso sguardo profetico dobbiamo fare una profezia sulla famiglia; questa profezia è un Vangelo, cioè l’annuncio di una bella notizia di salvezza e non un triste lamento. In questo momento confuso la profezia sulla famiglia sarà un annuncio di speranza che esalta la bellezza senza pari del matrimonio cristiano. Per la fede cristiana è il Matrimonio che illumina la famiglia e non viceversa. Gesù, figlio di Maria e di Giuseppe, per il mistero della sua natura divina è lo sposo che l’umanità e la Chiesa attendono per gustare un poco di felicità.

3. «Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui». La profezia arcana e conturbante pronunciata sul proprio figlio stupisce Maria e Giuseppe; questo stupore accompagnerà la loro vita familiare, che scompare nei decenni del nascondimento di Nazaret. Dell’adolescenza e giovinezza di Gesù, con grande sobrietà, il Vangelo ci dice che Gesù cresceva davanti agli uomini e a Dio. La vita della famiglia di Nazaret dà “forma” alle famiglie cristiane. La vita nascosta si nutre della ferialità della fede che cresce nella fedeltà: è questo il metodo privilegiato per l’annuncio del Vangelo nel mondo di oggi. La Chiesa non ha altro potere che non sia quello della luce che sprigiona nella vita dei cristiani che, nella sequela di ogni giorno, diventano come Gesù: miti ed umili di cuore.

Commento di don Luigi Galli


26 gennaio 2017

 
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