La lettera di Maurizio G., che attribuisce all’onestà la sua
condizione di disoccupato (FC n. 49/2011), mi ha convinta
a scriverle e far risentire la mia voce in “famiglia”. Oggi,
la coerenza al Vangelo non paga. Glielo dice una persona che
ne ha viste di tutti i colori per mantenere integra la sua identità
morale. Non mi considero una santa né una martire. Voglio solo
vivere gli ideali che mi sono stati trasmessi in famiglia, ma anche
a scuola e in parrocchia. Sono una persona come tante. Sono
fuggita dalla Sicilia per non dover attendere le calende greche
per essere immessa in ruolo a scuola. Sono andata via, mio
malgrado, dal Sud. Ma ne è valsa la pena. Nonostante le difficoltà
incontrate.
Se al Sud c’è una mentalità mafiosa, il Nord non è immune
da forme di razzismo. Mi sono inserita nella cittadina in cui lavoro, ma
non sempre mi è permesso di “far sentire la mia voce”. Mi è successo
anche in parrocchia. Sono stata costretta a dimettermi da catechista
perché stavo acquisendo troppo “potere”. A scuola, poi, devo stare
attenta a ciò che dico. Non puoi neanche ammonire un ragazzo che
bestemmia. Non è facile essere cristiani e vivere con coerenza. Molto
più semplice è mostrarsi qualunquisti e opportunisti. Ma io non voglio
compromessi con la mia coscienza.
Una ragazza del Sud
Vivere con coerenza il Vangelo non è stato mai facile. Oggi, ancor di
più. La nostra società, sempre più laica e individualista, si è allontanata
dai princìpi evangelici. Mira al successo, da ottenere a ogni costo. I valori
cui punta sono bellezza, sesso e soldi da fare subito e tanti. Anche qui, non
importa con quali mezzi e vie da percorrere. La dignità della persona è svalutata
e calpestata. Non ci si pensa due volte, se serve a raggiungere lo scopo,
a mettere in vendita tutto: dalla lealtà al corpo. Il Vangelo, invece, ci invita
ad andare controcorrente. È scomodo, se vissuto e testimoniato nella
sua interezza. Senza sconti o facili addomesticamenti. La verità, spesso,
ha un prezzo da pagare. Ma se non fosse così, vorrebbe dire che i cristiani
sono diventati scipiti. Non sono più segno di distinzione. E anche di contraddizione.
Tanto meno sono sale del mondo. O lievito che fa fermentare
la pasta. La coerenza etica è una grande virtù. Soprattutto perché ci fa evitare
di scendere a facili compromessi con la nostra coscienza.