Ho letto, con disappunto, le critiche
che le hanno rivolto per la pubblicità
contro l’omofobia. È assurdo che
l’abbiano accusata di propagandare
l’ideologia gay. Combattere l’omofobia
non vuol dire favorirne l’ideologia.
Insomma, non sono anch’essi nostri
fratelli? Gesù non ci ha insegnato
ad amare tutti, e a non discriminare
nessuno? Ci tengo a sottolineare che
non sono a favore dei matrimoni e delle
adozioni gay. Qualche anno fa, per il mio
compleanno, diedi una festa. Tra gli
invitati c’era un mio amico gay. Quando
si avvicinava al tavolo per servirsi, un
altro invitato omofobo si scansava
e non prendeva più cibo dallo stesso vassoio.
Quel ragazzo gay si è sentito discriminato
per tutta la serata.
M.A.
Solo chi non ci legge o chi è davvero in malafede
– e ce ne sono tanti – può accusarci di propagandare
l’ideologia gay. E scambiare la condanna
dell’omofobia, che dovrebbe essere un sentimento
da tutti condiviso, soprattutto dai cristiani,
come un cedimento alla morale e alla dottrina
della Chiesa. Nessuno può essere fatto oggetto di
intolleranza, fino alla violenza fisica e psicologica
per la sua tendenza. Il rispetto incondizionato
alla persona, etero o omosessuale, è un punto da
cui non si può prescindere. Ciò non vuol dire che
«l’omosessualità non è altro che una modalità
sessuale tra le tante», come ha scritto il teologo Lorenzetti,
o riconoscere il diritto di sposarsi e adottare
bambini da parte degli omosessuali.