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giovedì 21 settembre 2023
 

Ops... Gli amici degli Usa finanziavano i kamikaze

Una filiale della Arab Bank.
Una filiale della Arab Bank.

Arab Bank . Mai sentita nominare? Dovrebbero, almeno tutti quelli che sproloquiano sul solito "islam moderato", di solito identificato con i Paesi alleati degli Usa, Arabia Saudita wahabita e finanziatrice del terrorismo compresa. Qualche giorno fa, un tribunale di New York ha dichiarato che Arab Bank, colosso bancario del Medio Oriente fondato 87 anni fa (oggi 600 filiali in 30 nazioni, un capitale di quasi 47 miliardi di dollari e una lista di riconoscimento internazionali lunga un chilometro), è colpevole di sostegno al terrorismo. In un ulteriore grado di giudizio sarà stabilito l'indennizzo da versare ai querelanti, una somma che si conterà in miliardi.

La causa, denominata "Linde contro Arab Bank" dal nome dci uno dei querelanti, era stata avviata dieci anni fa dalle famiglie dei 39 cittadini americani (quasi tutti, ovviamente, anche cittadini di Israele) rimasti uccisi e dei 102 feriti in Israele, Gaza e Cisgiordania durante l'intifada condotta da Hamas nei primi anni Novanta. Il tribunale americano ha condannato Arab Bank soprattutto in base a due considerazioni: la banca trasferì fondi ai capi di Hamas e amministrò in quel periodo un fondo istituito dall'Arabia Saudita per compensare con 5.316 dollari le famiglie degli attentatori kamikaze e dei palestinesi morti durante l'intifada. Poiché Hamas negli Usa è dal 1997 sulla lista delle organizzazioni terroristiche, i familiari delle vittime hanno trascinato in tribunale Arab Bank quale complice. E il tribunale ha dato loro ragione.

Arab Bank e le altre

La questione ha molte sfaccettature, anche interne alla politica americana. I ministeri del Tesoro e della Giustizia hanno premuto perché la banca fosse messa sotto accusa. Il Tesoro anche perché, avendo Arab Bank un "ramo" in Svizzera, il processo si presta a essere usato come un grimaldello contro il segreto bancario della Repubblica elvetica. Al contrario, il Dipartimento di Stato (il potente ministero degli Esteri degli Usa) avrebbe preferito una conciliazione. Per almeno due ragioni. La prima: se la sentenza contro Arab Bank passasse in giudicato, molte banche di molti Paesi potrebbero avere "grane" simili. C'è un gruppo di 30 famiglie americane, per esempio, che ha una causa in ballo con il Crédit Lyonnais più o meno per le stesse ragioni.

La seconda ragione è che la Casa Bianca non tiene affatto a che escano certi segreti inconfessabili dei suoi alleati prediletti in Medio Oriente. Perchè non c'è solo l'Arabia Saudita di mezzo, con i soldi versati ai parenti dei kamikaze. C'è anche il fatto, ancor più importante, che Arab Bank è un colosso nato, cresciuto e prosperato in Giordania, altro tradizionale alleato della Casa Bianca. Se poi uno va a farsi un giro nel sito di Arab Bank, scopre senza difficoltà che il 99% dei membri del Consiglio d'Amministrazione ha studiato e vissuto negli Usa.

Questi e altri temi di esteri anche su fulvioscaglione.com

28 settembre 2014

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