Padre Frans del Lugt (Reuters).
Padre Frans der Lugt, dopo 50 anni trascorsi in Siria, è stato ammazzato a Homs il 7 aprile, tre giorni prima del suo settantaseiesimo compleanno. Il padre gesuita si era rifiutato di lasciare la città martoriata dai combattimenti e la gente che aveva cercato in ogni modo di assistere.
Quella del gesuita olandese è la tipica figura del martire cristiano contemporaneo. Hanno detto di lui che l'amata bicicletta era l'unica cosa veramente olandese che avesse conservato, tanta era l'identificazione con il popolo che aveva scelto per la sua missione. Nel 1980 padre Frans aveva organizzato una fattoria, chiamata Al Ard (La terra), per dare un lavoro ai giovani con problemi di salute mentale e un senso nuovo alla vita di tante famiglie. Ed era stato così abile da riuscire a ottenere un appezzamento di terreno agricolo dalle autorità locali, con cui riusciva ad avere buoni rapporti.
Negli ultimi anni, marcati da una guerra ogni giorno più brutale, padre Frans aveva continuato ad assistere la gente di Homs: prima la comunità cristiana poi, con
il crescere dell'esodo dei cristiani (erano 60 mila prima del conflitto, sono poche decine oggi) e l'aumento delle sofferenze collettive, chiunque avesse bisogno. Per questo è stato a lungo rispettato da tutte le parti in guerra.
Nondimeno, padre Frans aveva espresso idee piuttosto chiare in merito agli eventi. E nel gennaio 2012 aveva inviato, a un sito olandese che seguiva gli eventi siriani, una lettera in cui sosteneva che la
maggioranza dei siriani non appoggiava l'insurrezione armata e che la popolazione rimpiangeva il regime di Assad di prima della guerra. Lettere simili, stando ad alcune testimonianze raccolte e diffuse da persone che lo conoscevano bene, erano state inviate nel tempo ad altri media occidentali, che spesso non le avevano pubblicate.