Quella dei ragazzi che non frequentano regolarmente la scuola è una brutta piaga, non soltanto per Catania e per Napoli, ma per tante altre zone del Meridione. A Napoli, in particolare, cercano di fare tutto ciò che possono il Provveditorato agli Studi, la Prefettura, il Comune e tutti coloro che hanno a cuore questo grave problema. Sciaguratamente ci sono tanti genitori che sono poco presenti e poco attenti. Vorrei, in punta di piedi, azzardare un suggerimento: poiché tutti i ragazzi amano lo sport e in particolare il calcio, non si potrebbero sensibilizzare i vertici delle società sportive invitando i giocatori a dedicare un poco del loro tempo libero recandosi appunto nelle scuole “più a rischio” promuovendo incontri con gli scolari? DANIELE PICCININI
Caro Daniele, credo che il tuo desiderio di offrire esempi buoni ai ragazzi che, per tante cause, abbandonano la scuola sia lo stesso di tante persone, soprattutto educatori e insegnanti. Offrire esempi buoni, non solo nel mondo del calcio, a chi non ne ha davanti e non sente così il bisogno di migliorarsi, rappresenta da sempre un metodo pedagogico efficace. Offrire grandi obiettivi, aprire prospettive, suscitare sogni. Ecco uno dei segreti nell’educazione dei giovani, che oggi, sentendo tanti insegnanti ed educatori, fa tanta fatica a trovare spazio. Grandi campioni lo hanno fatto in passato.
Diego Armando Maradona, per esempio, come abbiamo scritto su Famiglia Cristiana n. 49 del 2020, era solito frequentare l’orfanotrofio di Mare-chiaro a Napoli per assistere alle partite Campioni dello sport aiutate i ragazzi! dei ragazzi abbandonati. Il campione argentino ha aperto loro gli occhi, li ha fatti sentire importanti, incoraggiati. Sono sicuro che molte società sportive hanno progetti sociali in questo senso, che però, a volte, magari proprio come Maradona, non vogliono far troppo conoscere