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giovedì 01 giugno 2023
 

La guerra distrugge ciò che Dio ha creato di più bello: l’essere umano

Gentile e stimatissimo direttore, neanche la pandemia da Coronavirus, con più di 5,5 milioni di morti nel mondo, ha fermato i conflitti, anzi ne ha acceso un altro: quello tra Ucraina e Russia che potrebbe portare fino a 50.000 fra morti e feriti civili. Auspico, dal profondo dell’animo, che questa guerra possa cessare nel più breve tempo possibile. Non sono in grado di giudicare chi ha torto e chi ha ragione, ma posso dire che la guerra è distruttiva.

Distrugge anche ciò che Dio ha creato di più bello: l’essere umano. La guerra stravolge tutto. Papa Benedetto XV ha detto: «Le guerre sono inutili stragi senza vinti e vincitori» e papa Giovanni XXIII sentenziava: «La pace è il bene supremo che supera ogni barriera». La pace rende liberi, la guerra invece paralizza, traumatizza, distrugge. Se quando si spende per le guerre, si spendesse per rimuoverne le cause, si avrebbe un accrescimento immenso di benessere, serenità, pace, civiltà. FRANCO PETRAGLIA

Sembra così chiaro, facile, logico preferire la pace alla guerra. Eppure nel corso dei secoli gli esseri umani non hanno cessato di lottare gli uni contro gli altri, di uccidersi. A partire dai fratelli Caino e Abele. Nemmeno la nostra epoca, con tutte le sue conquiste tecnologiche e civili, con il progresso e il benessere sempre più diffusi, con gli accordi diplomatici e i trattati, con le carte dei diritti, è riuscita a far cessare la guerra.

Come ha scritto papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti «ogni guerra lascia il mondo peggiore di come lo ha trovato. La guerra è un fallimento della politica e dell’umanità, una resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male» (n. 261). Ma cosa può fare ciascuno di noi? Come ricorda Andrea Riccardi nell’editoriale di questo numero, dobbiamo sostenere «il ruolo delle diplomazie europee» attraverso «un’opinione pubblica impegnata, che manifesti una radicata sensibilità per la pace».

Ed è ancora papa Francesco che ci sprona: «Non fermiamoci su discussioni teoriche, prendiamo contatto con le ferite, tocchiamo la carne di chi subisce i danni. Rivolgiamo lo sguardo a tanti civili massacrati come “danni collaterali”. Domandiamo alle vittime. Prestiamo attenzione ai profughi, a quanti hanno subito le radiazioni atomiche o gli attacchi chimici, alle donne che hanno perso i figli, ai bambini mutilati o privati della loro infanzia. Consideriamo la verità di queste vittime della violenza, guardiamo la realtà coi loro occhi e ascoltiamo i loro racconti col cuore aperto. Così potremo riconoscere l’abisso del male nel cuore della guerra e non ci turberà il fatto che ci trattino come ingenui perché abbiamo scelto la pace»


04 marzo 2022

 
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