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sabato 12 ottobre 2024
 

«Ecco perché uno poi decide di non votare»

Tanti bravi prelati, sacerdoti, frati hanno fatto di tutto per smantellare un partito dei cattolici, propagandando un Pd dove i cattolici non fanno emergere le loro idee. Sarei curioso di conoscere come voteranno i “cattolici” nella discussione Zan-omofobia. Dovrei votare 5 stelle, dove l’incompetenza regna sovrana? O quell’arrogante di Salvini, a cui “fanno bene” gli scarsi impegni governativi sui migranti? La Binetti & co. sono intrappolati nel partito che li ha ricevuti. Leggo di incontri, riunioni di cattolici, ma nulla si conclude. Ora, chi ha sfaldato il tutto vorrebbe correre ai ripari, ma come? Il radicalismo trionfa, la famiglia si sfalda, i figli non ci sono! Per questo uno è portato al non voto, anche se non lo condivido.

PAOLO BOLOGNESI

In effetti, la tentazione di non votare è forte, visto il panorama politico. Ma non sarebbe una soluzione, perché altri deciderebbero al posto nostro. Un nuovo partito cattolico? C’è chi lo auspica, ma le divisioni sono troppe e il rischio di contare solo lo “zero virgola qualcosa” è alto. Non penso che sia colpa dei “prelati” se la Dc è stata smantellata. La vicenda è molto più complessa. Che fare allora? Scegliere le persone con il voto, soprattutto a livello locale. Far sentire la propria voce da parte dei politici cattolici, a tutti i livelli. Ricordarci che la politica è l’arte del possibile, che a volte si deve scegliere il male minore, che i principi guida della dottrina sociale sono la centralità della persona e il bene comune. Incontri e convegni non sono inutili, perché possono almeno indurre alla riflessione e spingere all’impegno attivo.


02 settembre 2020

 
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