La favola bella della società civile che sarebbe molto migliore della “casta” che la rappresenta è andata in fumo. Ci sono le prove: il 62% degli studenti delle università romane bara sul reddito e si finge bisognoso senza esserlo, per avvantaggiarsi indebitamente su abbonamenti di autobus, affitti, tasse universitarie, borse di studio.
Facile immaginare che quando saranno classe dirigente presenteranno note spese per cinque cene in posti diversi nella stessa sera, metteranno in rimborso elettorale le multe e, se del caso, una volta eletti alla presidenza del consiglio daranno dei “babbei” ai cittadini che pagano le tasse. Esattamente come hanno fatto e fanno coloro che li rappresentano.
Se la corruzione fosse un male che contagia soltanto il potere sarebbe paradossalmente più facile da combattere. Se invece, come è probabile, scegliamo la nostra classe dirigente, perché ci somiglia nel profondo, non ne usciremo facilmente.
Nessuno di questo passo, al di là dei proclami, sarà portato a promuovere seriamente e concretamente riforme per un Paese più giusto, onesto e trasparente, non solo perché non piace alla “casta”, ma perché non piace neppure a troppa parte dei suoi elettori che non dicono che gli onesti sono babbei, ma lo pensano e si comportano di conseguenza.
Piccola "casta" cresce
2 dicembre 2013 • 14:15




