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giovedì 12 settembre 2024
 

Pochi ai confessionali, molti in fila per comunicarsi

Carissimo padre, osservo che tutti vanno a ricevere l’Eucarestia e mi domando se sono solo io il grande peccatore o se i cristiani non distinguono più tra bene male. Mentre i confessionali sono vuoti, vado nel santuario di Monte Berico a Vicenza e vedo tutti che vanno a ricevere l’Eucarestia, mentre ai confessionali ne vedo pochissimi. Ho fatto presente al confessore la mia preoccupazione e il mio disagio. «Siamo preoccupati anche noi frati per questo fenomeno», mi ha risposto. «Bisogna rievangelizzare i cristiani». Vorrei un suo giudizio su questo problema. GIUSEPPE PELLIZZARI - San Vitale (Vi)

Caro Giuseppe, detto che quelle persone che hai visto comunicarsi possono essersi confessate altrove, i dati confermano da anni un calo del sacramento della confessione. Una ricerca di qualche anno fa nell’area dove vivi tu, il Nordest (ma i dati sono in buona parte estensibili a tutta Italia), rivelava che solo il 40% dei cattolici dicono di confessarsi almeno una volta l’anno. Tra questi la maggioranza sono pensionati e casalinghe, mentre i giovani e chi ha un titolo di studio si confessa di meno. Non sorprende più neanche – almeno dalla pubblicazione del libro di Armando Matteo “La fuga delle quarantenni” nel 2012 – che se è vero che tradizionalmente le donne si confessano di più, «quelle giovani e le laureate si confessano meno dei corrispettivi maschili».

Curioso, se si pensa che da questa ricerca le donne laureate sono il gruppo sociale con maggiore interesse per la dimensione spirituale. Al di là dei dati e delle statistiche, mi sembra che alla radice del fenomeno ci sia anche la perdita del vero senso del peccato, che non è tanto la violazione di un comandamento ma l’offesa recata a Dio. E se Dio si è fatto Uomo in Gesù Cristo, occorre averlo incontrato, occorre conoscerlo, parlarci, anche litigarci quando occorre... Occorre frequentarlo come Persona viva. Se non è Lui la fonte della mia gioia, difficilmente potrò chiedergli perdono. Occorre, in una parola, avere fede, che non è una conquista ma un dono fattoci nel tempo. Ogni nuova evangelizzazione non può che ripartire da qui


23 febbraio 2023

 
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