Osservare il mondo della politica è sorprendente. I topolini, ma anche i topoloni, si aggirano intorno al pezzo di formaggio che fa bella mostra di sé in quella gabbietta che si chiama Stato. La trappola è sempre pronta a scattare. Nella stanza in cui si trova l’Italia ci sono un’infinità di topastri vestiti a festa, che puntano con bramosia a quel pezzo di formaggio. I topi sono divisi in gruppi di caciodipendenti. Ognuno immagina il pezzo di formaggio in base alle sue voglie. C’è il partito del Parmigiano Reggiano, quello del Grana Padano, del Pecorino Romano, poi ci sono i Ricottari con i quali è facile impastarsi. I Burrosi sono i più viscidi. È tutto un viavai, i leader delle varie formazioni li vedi correre in bagno per fare accordi in gran segreto coperti dal rumore dello sciacquone.
Lo Stato prosegue tranquillo il solito tran tran in attesa che si formi il nuovo governo, che cioè un topo più affamato degli altri, un leader tipo Andreotti, Craxi, Renzi, Berlusconi, Di Maio, Salvini riesca a passare tra la folla di topi e a introdursi nella gabbia per azzannare il mitico boccone. Ecco lo vediamo entrare, mentre una folla osannante lo festeggia e incoraggia. «Vai, tu sei il più affamato di tutti, un vero morto di fame, insomma sei il nostro leader».
Eccolo dentro la gabbia, sotto lo sguardo sornione di un presidente della Repubblica che gli dice indicando il formaggio: questo è il corpo del potere, prendilo e mangialo. Dopo qualche secondo si sente il rumore della trappola che scatta implacabile. E il politico, il grande leader, il topo che è entrato nella gabbia, a capo di una maggioranza di affamati, sente la morsa della trappola che lo strangola. E in quell’attimo di estasi dolorosa vede tutto l’apparato dello Stato, milioni di funzionari annoiati che lo attendono per rendergli la vita impossibile.
Riflessione finale. Come giornalista ho conosciuto tanti politici, alcuni, pochissimi, non erano topi, ma esseri umani luminosi e tra quei pochi ricordo l’eurodeputato verde Alex Langer, un uomo troppo buono per sopravvivere alla politica. Qualche settimana dopo averlo intervistato decise di impiccarsi a Firenze, sotto il peso di una vita tutta sacrificata per il bene del prossimo. Era un uomo che amava troppo. Ma oltre a lui ce ne sono stati altri che hanno fatto politica con amore: Gesù, Gandhi, Martin Luther King. Troppo pochi, ma tutti nel mio cuore.
PAOLO MARIO BUTTIGLIERI, SOCIOLOGO
Una riflessione amara sulla politica, ma non del tutto lontana dalla realtà. Vorrei però sottolineare la parte finale: ci sono stati uomini e donne che hanno fatto del loro impegno nella cosa pubblica un servizio. E ce ne sono ancora, io credo. Dobbiamo cercare e valorizzare queste persone, dobbiamo noi stessi superare una mentalità clientelare, di chiusura negli interessi di parte, nelle diverse forme di egoismo, una mentalità che ha fatto della corruzione una regola. Come cristiano, oltre a sapere che Gesù è stato ben più di un politico, spero che in molti facciamo davvero riferimento alla dottrina sociale della Chiesa, che mette al centro di tutto la persona e la ricerca del bene comune.