Una presunta frode fiscale su un imponibile di circa un miliardo di euro. E così la Apple, la multinazionale californiana che produce l'iPhone e l'iPad, è finita nel mirino della Procura di Milano. Un'accusa, dunque, tutta da dimostrare, contestata alla sede italiana della Apple, in un mercato, come il nostro, già pesantemente sotto attacco della rivale Google, che continua a sfornare novità di prodotto, device e app, senza sosta. Un'accusa che lascia quasi increduli, perché sembra essere rivolta a pirati fiscali senza scrupoli, mentre qui stiamo parlando di un'azienda seria, un mito, un brand invidiabile, la mela morsicata fondata e portata ai più grandi successi da Steve Jobs.
È vero: un anno fa circa era comparso sulle cronache anche il caso di Google Italia, per una serie di accertamenti da parte della Guardia di finanza. Ma qui la Procura di Milano ha iscritto nel registro degli indagati, con l'accusa di dichiarazione fraudolenta dei redditi, due manager di Apple Italia. Secondo il procuratore aggiunto Francesco Greco e il pm Adriano Scudieri, la multinazionale californiana tra il 2010 e il 2011 avrebbe evaso circa 225 milioni di euro, facendo figurare redditi prodotti in Italia a bilancio nella sua controllata irlandese, dove c'è un regime fiscale agevolato.
Le accuse andranno dimostrate in tribunale. Ma il problema è un altro: che cosa sta accadendo alla Apple? Solo un anno fa era l'oggetto del
desiderio degli appassionati di tecnologia digitale, non tanto per i
computer (i vari iMac o Mac Book Air sono ottimi ma con un prezzo di parecchio superiore alla media), ma soprattutto per gli iPod, per lo store digitale di iTunes (dal quale scaricare musica, app, podcast o film), per la sincornizzazione perfetta di foto, testi e mail attraverso l'iCloud, o per gli
smartphone.
E invece, in breve tempo, diciamo qualche mese, il colosso di Cupertino sembra "buscarle" su tutti i fronti.
Tanto per fare un esempio, è appena uscito il Nexus 5 (prodotto da LG) che interpreta lo smartphone secondo la filosofia Google, acquistabile per ora soltanto online sul market di Google Play ma con un prezzo incredibile di 349 o 399 euro, mentre la Apple ha fatto fuoco e fiamme per lanciare l'iPhone 5C, cioè un iPhone a prezzo più accessibile, largo al colore, per avvicinare i giovani, poi però scopri che il modello da 16 GB costa in realtà 629 euro, cioè appena 100 euro meno del "fratello " maggiore, il nuovo iPhone 5s. Dunque, dove sta tutta questa convenienza?
Non solo: l'iCloud, obiettivamente precursore, grazie forse all'ultima
grande intuizione di Steve Jobs, del cloud computing per tutti, a livello popolare, quindi non solo businness, è a sua volta raggiunto ed è sotto forte "attacco". Il Google Drive lavora splendidamente nella "nuvola" con testi, foto, musica, note vocali: tutto può essere stoccato in cloud con rapidità e con una sincronizzazione perfetta. E poi che dire della musica: l'iTunes era un punto di riferimento assoluto per acquistare dischi o per salvarli nella musica e ascoltarli in streaming, con iTunes Match. Ora, sempre per stare sull'arcirivale concorrente di Mountain View, Google ha rilasciato da poco il suo sistema di musica in streaming, il Google Play Music Unlimited, bruciando letteralemente la iRadio di Apple di cui tanto si parla ma che in Italia ancora non si vede.
E non parliamo dei film: gli utenti Apple erano abituati ormai a scaricare dall'iTunes pellicole di tutti i generi, da acquistare o noleggiare, da vedere sul computer, sull'iPad, oppure sul piccolo schermo grazie alla Apple TV. Certo, Cupertino è arrivata prima anche in questo, ma proprio ieri Google ha annunciato il rilascio dei film sullo store digitale del Google Play. Siamo andati a vederli: sono gli stessi film dell'iTunes, costano uguale, nel download di noleggio o di acquisto. Dunque, Apple raggiunta e in alcuni casi superata, perché gli ingegneri di Mountain View hanno sviluppato un nuovo programma, ancora poco conosciuto, Google Now (che Apple non ha), per cui su uno smartphone come il Nexus 5 hai subito, a portata di touch screen, con semplice colpo di pollice, tutte le informazioni che concretamente servono: quanto tempo ci vuole per arrivare al lavoro e i percorsi alternativi, la pizzeria più vicina, che cosa danno al cinema, e se domani per una trasferta in qualsiasi posto serve l'ombrello.
Tra le poche notizie positive per l'azienda fondata da Steve Jobs c'è che, dopo l'esordio-flop dello scorso
anno, con tanto di scuse pubbliche di Tim Cook, le mappe Apple stanno
segnano una rivincita sul rivale servizio di Google. Secondo
ComScore, negli Usa, in un anno Apple Maps ha guadagnato la fiducia di 35
milioni di utenti regolari. Invece gli utenti di iPhone che scelgono
Google Maps sono 6 milioni.
Ma è indubbio che la Apple sembra avere smarrito la spinta all'innovazione continua, al lancio di prodotti (e servizi) che facevano subito innamorare per il design, la qualità, l'esclusività, la bellezza. Adesso Cuopertino fa parlare di sé perché la Procura di Milano sta indagando su una presunta frode fiscale da circa un miliardo di euro. Ed è del 14 novembre la notizia che i difensori dell'azienda hanno rinunciato a discutere al Tribunale del Riesame per chiedere il dissequestro della documentazione e del materiale informatico sequestrati, nei giorni scorsi, durante le perquisizioni dell'Agenzia delle Dogane.
Che cosa sta accadendo alla Apple? Morto Steve Jobs è iniziato il declino?