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martedì 06 giugno 2023
 

"Prega", mi ha detto il musulmano

Ho da poco tempo perso il mio adorato papà di novantasei anni. Negli ultimi tempi in ospedale, spesso dovevo scappare fuori dalla sua stanza perché non riuscivo a trattenere le lacrime. Tutti i giorni veniva a fargli visita un signore marocchino, che gli aveva fatto da badante. Un giorno, vedendomi piangere, mi ha detto: «Devi essere forte e pregare. Quando noi musulmani siamo in situazioni simili, ci è di conforto il Corano. Voi avete la Bibbia e il Vangelo». Ebbene, io cattolica e poco praticante, ho avuto bisogno che un musulmano mi ricordasse che potevo trarre forza dalla preghiera. Grazie Jamal.

Un'abbonata - Reggio Emilia

La meraviglia nasce dai pregiudizi. Per noi i musulmani sono tutti terroristi. Non riusciamo a considerarli persone con tradizioni, culture e religioni differenti. L’Italia e l’Europa devono temere più l’indifferenza della nostra società che la presenza degli stranieri sul territorio. Questi non sono un pericolo per l’Italia. La vera integrazione non è tolleranza o mal sopportazione. È, invece, un cammino di reciproca conoscenza e arricchimento culturale. Spesso, sono loro a darci lezioni di umanità e rispetto. Altro che barbari e incivili da respingere, anche con le armi. La vera barbarie è la nostra insensibilità. Le mura che abbiamo alzato a nostra difesa ci rendono più poveri. E non solo nello spirito.


12 novembre 2012

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