Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
venerdì 04 ottobre 2024
 

Qual è il segreto per essere felici nonostante la sofferenza?

Oggi meditiamo il Vangelo di Giovanni al capitolo 15, che ogni anno si legge nella festa di Santa Rita da Cascia. Gesù dice:

Io sono la vera vite e il Padre mio è l'agricoltore”.

Dunque, esiste una vera vite dalla quale possiamo ricevere la vera vita. Eppure a volte come tralci non “rimaniamo in lui”, ma andiamo ad attingere forza altrove, da altre “viti” che non ci donano “vita vera”, ma anzi ci intossicano, anche se sembrano darci una felicità momentanea, che è però effimera e ci porta fuori strada.

Allora in questo brano troviamo dei consigli per rimanere radicati in Gesù, vera vita e vite. Ne sottolineo due. “Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo pota, lo taglia e ogni tralcio che porta frutto lo pota perché porti più frutto”. I tagli e le potature che riceviamo nella vita, le disavventure che ci capitano spesso le subiamo e basta etichettandole come negatività; invece, possono essere delle occasioni di crescita, delle potature per portare più frutto e migliorarci.

Proprio come avviene in natura. Pensiamo alla vita dei santi che hanno saputo accogliere e accettare le sofferenze e offrire il proprio dolore per amore, affrontando ogni cosa restando radicati in Dio, fidandosi di Lui e in qualche modo crescendo grazie ad esse.

E poi Gesù prosegue con un altro consiglio:

“Rimanete in me e io rimarrò in voi”. Se noi “rimaniamo” in Lui portiamo sicuramente frutto.

Il verbo in greco per dire “rimanere” è menein e parla di un “essere radicati” con un Maestro in un'azione estremamente dinamica che “porta frutto”, denota intimità, connessione.

“Dimorare” in questo senso non ha il significato statico come è inteso normalmente nella nostra lingua, ma dinamico.

Cosa ci può aiutare a “rimanere in Lui”? La vita di preghiera, la vita di carità, ogni giorno imparare ad ascoltare la Sua Parola e provare a metterla in pratica perché sono consigli concreti e preziosi che ci permettono di rimanere in lui.

Gesù dice: Senza di me non potete fare nulla”. Sembra quasi una frase esagerata. Eppure, è così! Senza Gesù, che è l'Amore, senza l'amore non possiamo fare nulla di veramente significativo nella nostra vita. E il rimanere in Lui insieme alle potature non sono fini a se stesse, ma hanno uno scopo ben preciso:

Dio Padre vuole la nostra piena gioia e felicità piena! Infatti, Gesù dice che la volontà del padre, del vignaiolo, è che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli”.

Cerchiamo di rimanere in Dio e di portare frutto nell'Amore, accettando le disavventure e le sofferenze che ci capitano vivendole in Lui, con Lui e per Lui, rimanendo radicati in Gesù che è Amore.


19 giugno 2023

 
Pubblicità
Edicola San Paolo