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sabato 22 marzo 2025
 

Qual è il senso della sofferenza presente?

Quest’anno si celebrano gli 800 anni di anniversario delle stimmate di san Francesco d'Assisi. Un suo figlio spirituale, tanti secoli dopo, ha ricevuto lo stesso dono ed è il primo sacerdote della storia: san Pio da Pietrelcina. Per questo nella puntata dedicata a padre Pio ho scelto di meditare il brano di Galati 2,20 dove san Paolo scrive: “Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”.

Non sappiamo se san Paolo ha ricevuto il dono delle stimmate. In un altro brano dice di “portare i segni della passione del Signore”. Forse sono il dono mistico delle stimmate, forse è un’espressione che richiama le percosse che ha subito per le persecuzioni a causa della sua fede in Gesù Cristo, come forma di partecipazione alla passione di Cristo. Già da questa sfumatura importante possiamo fare una riflessione: anche se non siamo chiamati – come san Francesco e san Pio da Pietrelcina – ad avere il dono mistico delle stimmate, tutti però possiamo partecipare in qualche modo alle sofferenze di Cristo, attraverso le nostre piccole sofferenze quotidiane, se le viviamo con fede e se le offriamo per amore, sapendo che così diventano la più potente preghiera verso il cielo. È un modo di partecipare alle sofferenze di Cristo. Se penso anche alla mia storia personale, scegliere la vocazione al sacerdozio, che all'inizio non volevo ha comportato delle rinunce, così come avviene per chi è chiamato ad essere sposo/a, padre o madre di famiglia, perché in tutte le vocazioni ci sono delle rinunce, si sceglie una porta e se ne chiudono altre… Ecco quella parte di rinuncia è una forma di partecipazione alle sofferenze di Cristo, una crocifissione che porta frutto!

Nel brano di Galati 2,20 san Paolo prosegue così: “Questa vita che vivo nella carne, io la vivo nella fede del figlio di Dio che mi ha amato e ha dato se stesso per me!”. Non si sceglie la sofferenza per la sofferenza fine a se stessa. Gesù ci porta un messaggio di gioia e di amore. Questa gioia si raggiunge attraverso il ponte della croce. La sofferenza e il dolore che in questo mondo siamo chiamati tutti in qualche modo a vivere, se li viviamo per amore e con amore, sono finalizzati ad una gioia piena che possiamo pregustare già qui sulla terra e poi in pienezza nel cielo!


28 maggio 2024

 
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