Caro direttore, in questo periodo di dichiarazione dei redditi ho apprezzato (anche) il valido supporto allegato alla “nostra” rivista, sempre ricca e stimolante.
Mi permetto di scrivere queste righe per segnalare un episodio che mi è successo. Sono il solo a lavorare nella nostra famiglia. Mia moglie ha scelto di occuparsi dei tre figli che ancora studiano. Lo scorso anno mio figlio ha pagato l’ultima rata dell’università e per una sua svista il sistema informatico non ha letto il nostro Isee.
Abbiamo così pagato l’intero ammontare della rata, 1.200 euro, una fetta molto importante del mio stipendio. Dovendo pagare quest’anno la successiva, si è accorto dell’omissione e l’ha segnalata, ottenendo sì uno sconto notevole, ma dovendo pagare un’ammenda di oltre duecento euro per aver dichiarato in precedenza una falsa Isee. Sembra assurdo, ma è così.
Ma la sorpresa più interessante l’ho avuta dal commercialista pochi giorni fa, quando mi ha rivelato che ho avuto troppe spese mediche, troppe spese scolastiche, troppe per l’efficientamento energetico e quindi sono un incapiente, situazione che si verifica quando l’imposta lorda del contribuente è inferiore alle detrazioni o quando il reddito imponibile è particolarmente basso da non permetterne le deduzioni spettanti dalla normativa fiscale. Non credo che sia questo il miglior modo per sostenere gli sforzi delle famiglie per garantire un futuro ai figli.
UN LETTORE
Carissimo, che dirti? “Incapiente ma felice”, potrebbe essere il titolo della tua lettera, se dietro non ci fosse tutto il rispetto per la fatica che la tua famiglia, come molte altre, fanno per sbarcare il lunario ogni mese, combattendo ogni santo giorno per far quadrare i conti. Con tre figli e uno stipendio a casa, perché l’altro non c’è per la scelta coraggiosa di tua moglie, è quasi un miracolo tirare avanti la carretta. Soprattutto quando ci si sente dire che si è “incapienti”, cioè che non si guadagna abbastanza e non si pagano quindi abbastanza tasse per poter dedurre fiscalmente quanto legalmente spetterebbe.
La società si costruisce attraverso scelte personali come le vostre, peccato che lo Stato ancora non se ne accorga ancora sufficientemente. Venire incontro a chi ha il coraggio di fare figli oggi è sempre più urgente, in questo inverno demografico che colpisce inesorabilmente la nostra cara e vecchia Europa.