Ho letto con molto interesse la lettera di Nick pubblicata sul n. 22 di Famiglia Cristiana. Desidero ringraziarti, Nick, per la tua testimonianza di fede viva perché, permeata dalla presenza dello Spirito Santo. Mi ha rincuorata. Ho letto la tua lettera dopo aver avuto l’ennesima “sterile” conversazione su cosa si intende per vita di fede con una persona che è credente praticante. Quanto è stato confortante, ascoltare la tua conferma che la Parola di Dio è Parola viva. Purifica. Salva. È vero, tutti siamo facili al giudizio perché in effetti, come dici tu, «non siamo capaci di ascoltarci l’un l’altro». L’ascolto è fondamentale. È un’arte. A volte, è altrettanto vero, i nostri interlocutori si trincerano dietro un silenzio impenetrabile. Abbiamo appena celebrato la solennità di Pentecoste. Senza lo Spirito Santo «nulla è nell’uomo, nulla senza colpa». È lo Spirito Santo, il Signore che dà la vita...e la dà in abbondanza. Sempre e dovunque. Caro Nick ti auguro le più belle e sante cose.
VANIA SANTILLI
Quella di Vania è una delle tantissime lettere arrivate in redazione in questi giorni, dopo che abbiamo pubblicato la lettera di Nick, che vive oggi in carcere in attesa di terminare la sua pena. Tante persone che, rispondendo al suo appello, vogliono corrispondere con lui. Tante persone che “compatiscono” questo nostro fratello, che ha percorso un coraggioso cammino di revisione di vita e che ha deciso, dopo aver scoperto la fede in mezzo ad amare lacrime di pentimento, di guardare in faccia i suoi fallimenti. Gesù, solo Lui, salva. Che grande grazia! «È attraverso le lacrime che la nostra biografia può essere raccontata, lacrime di gioia, di festa, di commozione lumino-sa; e di notte oscura, di lacerazione, di abbandono, di pentimento e di contrizione». Così monsignor José Tolentino Mendonça, Archivista e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa, predicando gli esercizi spirituali al Papa e alla Cu-ria romana nel 2018, metteva in rilievo come esse rivelano una «sete di vita» e un «desiderio di relazione». Il Signore conceda anche a noi questo dono, frutto della conversione, figlio della scoperta che siamo amati da un Dio che non giudica, ma che prega per noi e piange con noi.