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venerdì 09 giugno 2023
 

Quanti bambini non sanno fare il segno di croce!

Le scrivo per portare una mia testimonianza e per unirmi allo sconforto di quella catechista di cui ha parlato sul numero 15/2015 di Famiglia Cristiana. Sono anch’io una catechista. O almeno lo sono stata fino a qualche anno fa, a partire da quando avevo quindici anni. Ora ne ho sessanta. L’ultima classe che ho avuto era formata da venti bambini ribelli che, a sette anni, non sapevano fare neanche il segno della croce! E continuo a constatare che, ancora oggi, si va avanti così. Ogni domenica, accompagno il mio nipotino a Messa. Ma noto che i bambini sono abbandonati a sé stessi. La catechista canta con il coro sull’altare, mentre i bambini chiacchierano tra loro, si annoiano o giocano. Non seguono la liturgia. Con loro non ci sono i genitori, ma solo qualche nonno. E anche sul metodo di insegnare il Catechismo sono sconfortata. Ai miei tempi c’erano le regole a memoria (che ricordo tuttora), oggi invece tutto si risolve in brevi dialoghi. Rispetto al passato, i genitori non frequentano con assiduità e i bambini sono più svogliati e distratti. Anche i preti sono super impegnati, perché sono pochi e oberati da tanti impegni. Ma che adulti avremo con basi religiose così carenti?
LINA - Lecce

Non si tratta di una semplice questione di apprendimento della dottrina cattolica. Come se fossimo a scuola. Il problema è più radicale. Se la fede non contamina la vita, sarà qualcosa di posticcio, destinato a dissolversi nel tempo. E spesso per sempre. La prima catechesi comincia in famiglia. E i genitori, con la loro testimonianza di credenti, sono i primi catechisti. Su questa base si può costruire una fede adulta e matura. Altrimenti, saremo cristiani solo di facciata e per consuetudine.


06 agosto 2015

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