Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
domenica 25 maggio 2025
 

Quei bravi ragazzi lontani dalla fede: "testimonianza cristiana" è diversa da "impegno civile"

"Ci sono segnali nella società che fanno pensare, riguardo alla testimonianza cristiana, che si stia lentamente, progressivamente, irresistibilmente trasformando in mera testimonianza civile"
"Ci sono segnali nella società che fanno pensare, riguardo alla testimonianza cristiana, che si stia lentamente, progressivamente, irresistibilmente trasformando in mera testimonianza civile"

Caro don, ci sono segnali nella società che fanno pensare, riguardo alla testimonianza cristiana, che si stia lentamente, progressivamente, irresistibilmente trasformando in mera testimonianza civile. Qualcuno dirà: non è poco! Correttezza, rispetto, razionalità, cordialità, discernimento, coerenza. Cosa si vuole di più?!

In effetti i nostri figli che non frequentano e dichiarano una fede tiepida o anche una contrarietà sono per lo più di questo (ottimo) stampo. A loro può apparire superfluo, ininfluente, oltre che noioso e desueto, l’investimento in una fede che non apporta alcun valore aggiunto, che noi non siamo stati in grado di trasmettere e che loro non hanno avuto modo di apprezzare.

ROBERTO BOGGIANI

Caro Roberto, già la testimonianza civile è un valore da apprezzare, quando i nostri figli la assumono responsabilmente nella loro vita. Cosa non sempre scontata.

La fede cristiana, che è un presupposto non necessario delle qualità civili che elenchi (si può essere buoni cittadini senza essere credenti), aggiunge a quelle qualità il carico da novanta della fraternità, che deriva dalla comune paternità di Dio Padre e della nostra figliolanza nel Figlio. Introduce, cioè, la dinamica dell’amore, ingrediente del Regno, nei rapporti sociali.

È vero, però, quanto dici: non siamo stati in grado di trasmettere ai giovani il senso della relazione con Dio, che non “aggiunge” qualcosa ma, piuttosto, “eleva” a un grado più alto il senso del nostro vivere quotidiano. Le ragioni sono tante: secolarizzazione, disimpegno, realtà virtuale sempre più pervasiva, distrazione di massa, impegni ecc.

Mali che non affliggono solo i giovani, ma anche il mondo adulto. Forse si tratta di risvegliare in loro la domanda di senso del vivere. In Francia, ne parleremo prossimamente, sempre più giovani adulti “lontani” si stanno avvicinando per la prima volta alla fede cristiana grazie a quelle domande di fondo che emergono dal grande chiasso esteriore e interiore e alla testimonianza di loro coetanei di altre religioni e alla forza degli influencer cattolici sui social. Forse non siamo ancora nei luoghi giusti per l’annuncio.


10 aprile 2025

 
Pubblicità
Edicola San Paolo