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mercoledì 23 aprile 2025
 

«Una scuola senza rispetto per il Santo Crocifisso mi sconvolge»

Sono una vostra abbonata da tanti anni e sono rimasta sconvolta e dispiaciuta per la mancanza di amore e di rispetto per il Santo Crocifisso che si è verificata in una scuola. Il Santo Crocifisso non si tocca, deve rimanere nelle aule scolastiche, come anche in altri luoghi, perché ci parla del grande amore che Gesù, Figlio diletto di Dio ha avuto per l’umanità. Noi cristiani dobbiamo essere riconoscenti al Signore Gesù che ha voluto obbedire al Padre suo e Padre nostro soffrendo atrocità terribili, immense e risorgere il terzo giorno. Ha così sconfitto la morte per sempre. Come vorrei che Gesù tornasse sulla terra al più presto, per vedere la giustizia e vivere la vera vita.

VILMA LIGUORI – LENOLA (LATINA)

Cara Vilma, non temere per il futuro: ci attende una vita di gioia e pace con il Signore Gesù, se saremo rimasti uniti a lui già in questa terra amando i nostri fratelli e sorelle. È quello che ci insegna il simbolo del Crocifisso: l’amore di Cristo per noi fino alla fine, fino a dare la vita. Così anche noi dovremmo amarci gli uni gli altri. Oggi non siamo più in una società cristiana e il Crocifisso ad alcuni dà fastidio. Non possiamo imporne la presenza nelle aule scolastiche o in altri luoghi pubblici, ma nel dialogo possiamo farne capire il vero significato, che va al di là della nostra stessa fede per diventare un simbolo universale dell’amore. Sono bellissime le parole di papa Francesco pronunciate in Slovacchia: Gesù ha scelto la croce «perché non ci dev’essere in Terra nessuna persona tanto disperata da non poterlo incontrare, persino lì, nell’angoscia, nel buio, nell’abbandono, nello scandalo della propria miseria e dei propri sbagli». Ha poi aggiunto: «Non riduciamo la croce a un oggetto di devozione, tanto meno a un simbolo politico, a un segno di rilevanza religiosa e sociale».

Ma cosa dobbiamo fare? Diventare testimoni di Cristo crocifisso: «Il testimone che ha la croce nel cuore e non soltanto al collo non vede nessuno come nemico, ma tutti come fratelli e sorelle per cui Gesù ha dato la vita. Il testimone della croce non ricorda i torti del passato e non si lamenta del presente. Il testimone della croce non usa le vie dell’inganno e della potenza mondana: non vuole imporre sé stesso e i suoi, ma dare la propria vita per gli altri. Non ricerca i propri vantaggi per poi mostrarsi devoto… Il testimone della croce persegue una sola strategia, quella del Maestro: l’amore umile».


01 ottobre 2021

 
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