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lunedì 04 novembre 2024
 
Le regole del gioco Aggiornamenti rss Elisa Chiari
Giornalista

Quelli che... preferiscono la giungla

Che cos’hanno in comune gli atteggiamenti di un capo ultrà che si presenta allo stadio con una maglia che inneggia al giovane condannato per l'omicidio del commissario Raciti, l’applauso dei rappresentanti di un sindacato di Polizia (uno solo gli altri si sono dissociati) a colleghi condannati per aver ecceduto colpevolmente mell'uso leggittimo delle armi fino alla morte di un uomo, l'insistenza di un leader politico condannato con sentenza definitiva per frode fiscale che sfida in Tv, irridendole, le prescrizioni del Tribunale?

In apparenza poco, nei fatti molto: sono tutti atteggiamenti che mettono in discussione le regole del vivere comune, la certezza che a un reato corrisponda legittimamente una sanzione secondo le regole, per riparare la ferita che la violazione delle norme prescritte a tutti ha inferto alla comunità. La prova di un sentimento diffuso, impunemente espresso, al quale siamo tutti un po’ assuefatti, secondo cui disconoscere le regole della comunità a parole o a fatti – magliette, mani che battono, parole in libertà – sia un peccato veniale che non mette in questione niente di serio.

Quasi che non fossero, quegli atteggiamenti, la rivendicazione del diritto alla prevaricazione del più forte sul più debole, in sostituzione  del dettato costituzionale. E invece lo sono e scavano la pietra, già friabile da queste parti, del senso di legalità, del senso di appartenenza, attraverso regole condivise, a una società, che ha scelto di reprimere di qualche tacca l’individualismo di ciascuno per proteggere un bene superiore: il bene della comunità.

Ogni volta che qualcuno, allo stadio, in politica, in divisa, altrove, rivendica il diritto a far parte di una zona franca in cui fare come gli pare, mentre gli altri lasciano fare pensando che non ci sia nulla di male, il nostro essere cittadinanza fa un passo indietro verso l'inciviltà.

Ps. Difficile poi immaginare che non sia figlia di simili esempi la protervia del ragazzo che oggi per Milano ha attraversato con il rosso, incoraggiando gli amici fare altrettanto, per poi mandare a quel paese la giovane in motorino che suonava il clacson rischiando una caduta per evitare di investirli.


06 maggio 2014

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