C’è stato un tempo non lontanissimo in cui Governo e Parlamento si nascondevano dietro l’Europa per ritirare la mano dopo aver lanciato il sasso di provvedimenti impopolari. «Ce lo chiede l’Europa» era il mantra che serviva a giustificare articoli 18, interventi sulle pensioni, spacchettamento della concussione...
Ora arriva il rapporto Ue sulla corruzione e scopriamo che cosa ci chiedeva davvero l’Europa per ridurre la corruzione che nel nostro Paese ci costa, si calcola, qualcosa come 60 miliardi di euro l'anno e che nessuno s’è sognato non si dice di fare ma neppure di considerare.
Casomai non fosse stato chiaro ci ha chiesto nero su bianco di:
1) Risolvere «con massima urgenza» i conflitti di interesse.
2) Mandare in pensione l'indecente legge ex Cirielli che contribuisce a uccidere prima che arrivino a sentenza poco meno di 400 processi al giorno (molti dei quali riguardo ai reati dei colletti bianchi).
3) Riscrivere un po’ più efficacemente la legge anticorruzione Severino, tanto strombazzata quanto poco utile (ce lo dice l’Europa!)
4) Abolire per sempre il vergognoso ricorso a leggi ad personam che «hanno ostacolato più volte i tentativi» di darsi norme per garantire processi efficaci, cioè in altre parole intralciato il corso della giustizia.
5) Dotarsi velocemente di una legge sull'autoriciclaggio e di ripristinare il falso in bilancio come reato.
Ci scusino tanto, signori governanti, signori parlamentari: ma c’era bisogno di aspettare il rapporto Ue del gennaio 2014 per scoprire l’acqua calda, per la quale tanti di noi gridano nel deserto inascoltati dall’anno del Signore 1992, almeno?
Ps. La legge sul voto di scambio, anch'essa auspicata dall'Europa, è stata approvata in Senato, possiamo sperare in un'approvazione senza stravolgimenti alla Camera, possibilmente prima delle calende greche?