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mercoledì 11 settembre 2024
 

Rachel Frenkel, l'appello per i tre ragazzi d'Israele

Rachel Frenkel, madre di uno dei tre ragazzi israeliani scomparsi il 12 giugno mentre facevano l'autostop nei pressi della città palestinese di Hebron, ha letto all'Onu questo commovente appello. Lo pubblichiamo volentieri, insieme con il video diffuso dall'Ambasciata d'Israele presso la Santa Sede. 


“Mi chiamo Rachel Frenkel e vivo in Israele. Sono qui oggi (all'Onu. n.d.r) come madre. Dodici giorni fa mio figlio Naftali e due altri studenti, Eyal Yifrah e Gilad Shaer (la cui madre è qui accanto a me) sono stati rapiti mentre tornavano da scuola. Da allora, non abbiamo saputo più nulla di loro: nessuna notizia, nessun segno di vita.

Con il vostro permesso, vorrei raccontare qualcosa di questi ragazzi. Mio figlio Nafatali ha 16 anni. Gli piace suonare la chitarra e giocare a basket. E' un buon studente e un bravo ragazzo, la giusta combinazione di serietà e voglia di divertirsi. Eyal è uno sportivo e un cuoco. Gilad è un ottimo pasticcere dilettante e un fan del cinema.

Mio figlio mi ha mandato un  messaggino - "Sto tornando" - e poi è sparito. E' l'incubo di ogni madre: aspettare e aspettare senza fine che il figlio torni a casa.




Vogliamo esprimere la nostra profonda gratitudine per le preghiere, il conforto e l'energia positiva che come un'onda viene verso di noi da tutto il mondo.

I tre ragazzi israeliani rapiti nei pressi di Hebron.
I tre ragazzi israeliani rapiti nei pressi di Hebron.

Trovandomi in questa Assemblea, desidero ringrazia il Segretario generale dell'Onu per aver condannato il rapimento dei nostri ragazzi, per aver espresso solidarietà alle famiglie e per aver chiesto la loro immediata liberazione. 

E voglio ringraziare la Croce Rossa Internazionale per aver chiaramente affermato che il diritto umanitario internazionale vieta la presa di ostaggi e per aver chiesto la liberazione immediata e incondizionata dei nostri figli.

Allo stesso tempo, credo che molto di più potrebbe e dovrebbe essere fatto da molti altri. Ecco perché noi madri siamo venute qui, oggi, davanti alle Nazioni Unite e davanti al mondo, per chiedere a tutti di fare tutto ciò che possono perché i nostri figli ci siano restituiti.

Signor Presidente, è profondamente sbagliato prendere dei giovani, ragazzi o ragazze innocenti, è usarli come uno strumento di lotta. E' crudele. Questo Consiglio è incaricato di proteggere i diritti umani.Vorrei chiedere: forse che un ragazzo non ha il diritto di tornare a casa sano e salvo da scuola?

Vogliamo solo vederli tornare a casa, vogliamo solo vederli nei loro letti. Vogliamo solo abbracciarli di nuovo. Grazie, signor Presidente".

Questi e altri temi di esteri anche su fulvioscaglione.com

25 giugno 2014

 
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