logo san paolo
giovedì 08 giugno 2023
 

Rassegnatevi, al lavoro userete il vostro computer personale

Segnatevi questa sigla: BYOD, che sta per "Bring your own device".
Perché cambierà, soprattutto ai più giovani, il modo di lavorare, e le abitudini date per scontate quando qualcuno riesce a farsi assumere.

In pratica, prima o poi (il fenomeno sta crescendo abbastanza velocemente) useremo il "nostro" computer, quello che abbiamo comprato con i "nostri" soldi, anche per fare il "nostro" mestiere, in luogo di quello che le aziende, sinora, ci fanno trovare sul posto di lavoro.
Appunto, "bring your own device", e cioè... portati il computer da casa!

Secondo un’indagine di Gartner condotta a livello globale sui manager responsabili dei Servizi Informativi, entro il 2017 il 38% delle imprese prevede di interrompere la fornitura di dispositivi aziendali ai dipendenti, introducendo programmi “bring your own device”.
E secondo un'altra ricerca, il 90% dei manager intervistati ha dichiarato chealcuni dei propri dipendenti già utilizzano in azienda i propri dispositivi informatici.

«Il BYOD costituisce sicuramente una nuova opportunità per i dipendenti ma soprattutto per le aziende, che hanno la possibilità anche di migliorare il loro sistema informatico», dice a questo proposito Laurent Caparros, Country Manager di Econocom Italia (Econocom è il primo gruppo europeo indipendente di servizi per l’integrazione tecnologica e finanziaria di soluzioni digitali) -. «I manager dell'Information Tecnology  non devono temere l’evoluzione, in quanto innovazioni come il BYOD diventano estremamente importanti per la competitività».

Per la competitività? Gratta gratta e scopri il vero motivo per cui questo BYOD è sempre più apprezzato: per i manager oggetto della ricerca, l’adozione di questa novità consente ai dipendenti di lavorare ovunque (58%) e anche oltre l’orario di ufficio (42%).

Ne vedremo delle belle.


10 ottobre 2013

I vostri commenti
1

Stai visualizzando  dei 1 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo