Segnatevi questa sigla: BYOD, che sta per "Bring your own device".
Perché cambierà, soprattutto ai più giovani, il modo di lavorare, e le abitudini date per scontate quando qualcuno riesce a farsi assumere.
In pratica, prima o poi (il fenomeno sta crescendo abbastanza velocemente) useremo il "nostro" computer, quello che abbiamo comprato con i "nostri" soldi, anche per fare il "nostro" mestiere, in luogo di quello che le aziende, sinora, ci fanno trovare sul posto di lavoro.
Appunto, "bring your own device", e cioè... portati il computer da casa!
Secondo un’indagine di Gartner condotta a livello globale sui manager responsabili dei Servizi Informativi, entro il 2017 il 38% delle imprese prevede di interrompere la fornitura di dispositivi aziendali ai dipendenti, introducendo programmi “bring your own device”.
E secondo un'altra ricerca, il 90% dei manager intervistati ha dichiarato chealcuni dei propri dipendenti già utilizzano in azienda i propri dispositivi informatici.
«Il BYOD costituisce sicuramente una nuova opportunità per i dipendenti ma soprattutto per le aziende, che hanno la possibilità anche di migliorare il loro sistema informatico», dice a questo proposito Laurent Caparros, Country Manager di Econocom Italia (Econocom è il primo gruppo europeo indipendente di servizi per l’integrazione tecnologica e finanziaria di soluzioni digitali) -. «I manager dell'Information Tecnology non devono temere l’evoluzione, in quanto innovazioni come il BYOD diventano estremamente importanti per la competitività».
Per la competitività? Gratta gratta e scopri il vero motivo per cui questo BYOD è sempre più apprezzato: per i manager oggetto della ricerca, l’adozione di questa novità consente ai dipendenti di lavorare ovunque (58%) e anche oltre l’orario di ufficio (42%).
Ne vedremo delle belle.